“Non è immaginabile, nell’attuale contesto storico-sociale, una formazione politica che riunisca tutti i cattolici. Tuttavia, è fondamentale ricostruire il binomio tra cultura cattolica e politica”. A sottolinearlo Franco Vittoria nel corso del confronto dedicato al volume “I cattolici e la questione politica”, presentato questo pomeriggio alla Biblioteca provinciale di Avellino nell’ambito di un confronto promosso da Insieme per Avellino e per l’Irpinia, rappresentato da Pasquale Luca Nacca. Spiega di essere molto preoccupato “poichè i partiti hanno lasciato sola la Chiesa. Se il 50 per cento dei cattolici pensa che il cattolicesimo sia quello che ha in testa la Meloni qualcosa non va” mentre “oggi più che mai bisogna ripartire dai valori dal solidarismo cattolico. Non si può ridurre la dimensione religiosa ad un’iconografia, mettendo da parte l’intimismo della fede”. Ricorda le parole di Moro che parlava della necessità di mettere lo Stato al servizio della persona. E sollecitato sulle amministrative del capoluogo, afferma: “E’ importante recuperare soprattutto il senso dei limite, mettendo al centro il capitale umano. Da qui bisogna ripartire”.
A parlare della necessità di trarre una lezione dal passato la segretaria generale Cisl Campania Doriana Buonavita “Qualcuno auspica la creazione di un movimento o di un partito cattolico, ma storicamente ciò è già avvenuto. Dobbiamo trarre insegnamenti dalla storia e guardare ai differenti contesti storico-sociali”. Spiega come “sia necessaria una forte consapevolezza da parte dei cattolici popolari, ovunque essi si trovino, sia nelle organizzazioni sindacali che all’interno delle istituzioni e nella società civile. Questa consapevolezza – ragiona Buonavita – dovrebbe spingere ognuno di loro, con coraggio, a promuovere i valori fondanti della dottrina sociale della Chiesa: solidarietà, sussidiarietà, bene comune e dignità della persona. Da qui – osserva la leader della Cisl – può nascere un movimento che riporti in auge questi principi. A volte, sembra che le idee di sinistra siano passate a destra e viceversa, il che crea una generale confusione. Mentre i cattolici popolari hanno radici solide che non possono dimenticare. Naturalmente, tutto ciò richiede coraggio, buona volontà e la capacità di superare i pregiudizi ghettizzanti”. L’invito è quello di creare una rete per costruire un umanesimo moderno che riparta dalle idee, “i partiti devono superare i limiti rappresentati dall’ossessione per il potere e per il comanda, fino a perdere di vista gli obiettivi, l’utopia e la visione. I cattolici popolari sono oggi chiamati a costruire orizzonti, lavorando in maniera individuale con uno sguardo collettivo”
E sui valori di riferimento non ha dubbi Buonavita “la sussidiarietà, la solidarietà, il ritorno al dialogo, alla gentilezza, alla consapevolezza e alla riaffermazione di un concetto di identità popolare dei cattolici, che non necessariamente richiede un leader”. Inevitabile il riferimento alla situazione economica e sociale della Campania: “Riteniamo che ci sia da tempo un’emergenza lavoro. C’è chi ha perso l’occupazione, chi non ne ha mai avuta una e anche di chi ce l’ha ma non può permettersi un livello di vita dignitoso a causa delle condizioni di lavoro e del basso reddito che percepisce. C’è la necessità – secondo la segretaria – di un ripristino della filiera istituzionale. Chi governa processi così complicati, immagina spesso che poche misure calata dall’alto possano essere sufficienti per superare l’emergenza lavoro. Ovviamente, quando si decide a livello governativo nazionale, non tutto quello che si prospetta può essere adattabile ai diversi contesti territoriali. All’interno del Mezzogiorno, la Campania vive una condizione diversa rispetto alla Puglia o alla Basilicata, oppure alla Sicilia. Bisogna dunque promuovere interventi non solo calati in una dimensione meridionale e diversi per ogni contesto. Uno dei problemi generali del Sud, ad esempio, sono le agenzie per il lavoro e le politiche attive che non funzionano. E non per colpa dei dipendenti, ma per la mancanza di una collaborazione fra corpi intermedi, istituzioni e politica”. E in riferimento all’abolizione del diritto di cittadinanza “C’è una dignità nelle persone povere, quell realmente in difficoltà, che tende a coprire il loro bisogno e il disagio ma il malcontento è tanto”
Il giornalista Angelo Picariello sottolinea come “la ricetta dell’uomo forte ha dimostrato tutta la sua inutilità. Esiste piuttosto l’impegno di persone che agiscono per il bene comune, nel rispetto della democrazia parlamentare. Aldo Moro somigliava alla Costituzione che proponeva. Oggi i cattolici devono avere un volto riconoscibile e farsi testimoni concreti delle loro idee”
Don Emilio Carbone spiega come “Facciamo fatica a intravedere profeti nel nostro tempo. ma è chiaro che la Chiesa trova la sua essenza nel suo rapporto col mondo. Di qui la necessità di una nuova legittimazione per i cattolici in politica che eviti sia l’individualismo che un credo veteroconfessionale. Dobbiamo ritornare alle radici dell’impegno cattolico”
Massimiliano Manfredi parla di una radicalizzazioni di posizione che ha scoraggiato tanti cattolici che non si riconoscono nell’una e nell’altra formazione “La politica deve tornare a dialogare con loro”