di Fiore Carullo – L’Avellino esce pesantemente sconfitto, se non travolto, dal Cesena. Una partita incredibile: al “Manuzzi” i biancoverdi tengono a lungo il pallino del gioco, costruendo una fitta rete di passaggi e un predominio territoriale evidente, ma il tabellino è impietoso. Tre gol subiti, nessuno realizzato. Stavolta, niente fuochi d’artificio come contro la Reggiana: neanche il becco di un gol. A fine gara mister Raffaele Biancolino ha definito il punteggio “eccessivo”, sottolineando che la squadra “non ha mai mollato”. Sul primo gol, ha ammesso: “Avremmo potuto spendere un fallo e non concedere la ripartenza.” Parole condivisibili, ma il risultato resta quello che è. L’Avellino, pur mantenendo un buon possesso palla, non ha mai davvero impensierito il portiere romagnolo Klinsmann, salvo un’occasione nitida sprecata da Missori a tu per tu con l’estremo difensore. I gol: apre Ciofi, poi – proprio sul finire del primo tempo – un rigore molto dubbio, assegnato con l’ausilio del VAR, consente a Shpendi di raddoppiare. In avvio di ripresa, una rapida ripartenza porta Blesa davanti a Daffara: 3-0 e partita virtualmente chiusa. Difesa da rivedere, e non poco. Le lacune sono evidenti, e l’infortunio di Simic a metà gara non ha certo aiutato. Biancolino ha scelto di sostituirlo con Riggione, ma forse Enrici sarebbe stata un’opzione più equilibrata. La sosta, ora, arriva al momento giusto: serve per rifiatare, riorganizzare idee e uomini. Tre sconfitte in cinque partite sono un campanello d’allarme forte, e i 22 gol subiti certificano una delle difese più perforate del campionato. Appuntamento al 22 novembre, quando l’Avellino tornerà al “Partenio-Lombardi” per affrontare l’Empoli: servirà una svolta, e subito.



