Una pensionata di 76 anni di Atripalda, indicata con le iniziali L.A., si è costituita parte civile nel processo che vede imputati Chiara Ferragni e l’azienda Balocco. La vicenda ruota attorno al Pandoro Pink Christmas, limited edition Chiara Ferragni, prodotto lanciato nel periodo natalizio del 2022 e presentato come legato a un’iniziativa benefica.
Secondo la comunicazione diffusa allora, l’acquisto del pandoro avrebbe contribuito a sostenere l’ospedale Regina Margherita di Torino e a finanziare un progetto di ricerca. Il messaggio compariva nei comunicati stampa, sui social network e sul cartiglio stesso del prodotto. Tuttavia, in seguito è emerso che la donazione all’ospedale era stata stabilita da Balocco in misura fissa e non era collegata al numero di pandori venduti.La questione è entrata in sede giudiziaria con l’accusa di pubblicità ingannevole. L’udienza è fissata a Milano per il 23 settembre 2025, data in cui il tribunale deciderà se il procedimento dovrà proseguire.
La motivazione della pensionata e il destino dell’eventuale risarcimento
L.A., rappresentata dall’avvocato Mario Di Salvia del Foro di Avellino, ha spiegato che la scelta di acquistare il pandoro era stata dettata dalla convinzione di partecipare a una raccolta fondi. Non ha consumato il prodotto, sottolineando che l’acquisto era finalizzato solo al sostegno di una causa benefica. Da tempo impegnata in associazioni a favore di bambini affetti da gravi patologie, ha dichiarato che eventuali risarcimenti verranno destinati a questo scopo.