E’ Antonello Ruggiero, segretario del circolo Pd ed ex consigliere comunale, uno dei sei firmatari della sfiducia al sindaco di Chiusano di San Domenico Carmine De Angelis, a spiegare le ragioni della crisi che nel giro di quaranta giorni ha portato alla fine dell’amministrazione comunale uscita vittoriosa alle recenti elezioni.
Ruggiero parla di mancanza di dialogo nella maggioranza, di unilateralità nelle decisioni solo ne, e solo nelle mani del sindaco. L’esponente Pd intende fare chiarezza rispetto ad una comunità che ancora non si spiega come possa essere accaduto, nel giro di un così breve lasso di tempo, porre fine ad una consiliatura appena nata.
«Non è stata una scelta di partito- dice Ruggiero – o uno “sfizio” a portare noi firmatari alla scelta delle dimissioni, c’erano tutte le buone intenzioni di costruire un gruppo che facesse il bene del paese, ma il gruppo era diviso, quasi non ci si parlava, non esisteva il confronto né si è fatta mai una riunione per decidere le linee programmatiche. A decidere tutto era Carmine De Angelis, approfittando della nostra spaccatura interna». Una di queste decisioni, continua il segretario del circolo Pd, è stato lo sgombero delle associazioni da palazzo De Francesco, tramite lettera «all’oscuro di noi consiglieri».
Lo stesso metodo, continua, «è stato usato per le nomime. La decisione del vicesindaco era già presa, ancora una volta unilateralmente, nell’unica riunione fatta dopo la vittoria dove non eravamo tutti presenti, senza che se ne fosse mai discusso prima, cercando un criterio o indicando qualcuno dei candidati prima delle elezioni… Un gruppo amministrativo inesistente, decisioni unilaterali, scarsa se non assente collaborazione, sono queste le basi poco solide su cui non si può amministrare adeguatamente un paese, mentre le cose non facevano altro che peggiorare. Ho considerato impossibile condividere per cinque anni un clima tale, con una macchina amministrativa che faceva acqua da tutte le parti… la politica deve recuperare il senso della condivisione, non ci si può affidare al singolo».