Clan delle Aste, i beni di Livia forte restano sotto sequestro.I suoi difensori Alfonso Furgiuele e Roberto Saccomanno, hanno rinunciato al Riesame. Dunque i beni per i quali i pm del’Antimafia, Henry Woodcock e Simona Rossi aveva chiesto un sequestro bis, rimangono vincolati.
Intanto tribunale del Riesame di Napoli (ottava sezione presieduta dal giudice Capozzi e composta dai magistrati Ruggiero e Consiglio)aveva confermato il sequestro bis disposto dalla Dda (pm Henry John Woodcock e Simona Rossi) nei confronti dei componenti del clan delle aste. Ai sigilli, apposti dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, si erano opposti quattro legali componenti il collegio difensivo: gli avvocati Villani, Furgiuele, Taormina e Botti. Si tratta della reiterazione di un sequestro già operato dai finanzieri su delega della Procura antimafia partenopea nei confronti degli indagati Armando Aprile, Gianluca Formisano, Antonio Barone e Livia Forte.
La Procura Distrettuale Antimafia di Napoli, ai primi di maggio, aveva delegato i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle di Napoli per notificare il decreto di sequestro, necessario dopo l’ordinanza emessa il 27 aprile scorso dal Tribunale di Avellino, presieduto dal giudice Roberto Melone. L’ordinanza ha avuto due effetti immediati: ha revocato le misure cautelari personali, conseguentemente portando alla scarcerazione di sei su otto imputati (eccezion fatta per Nicola Galdieri e Carlo Dello Russo, detenuti per pper la sentenza del processo clan Parternio), e ha invalidato il provvedimento di sequestro dei beni emanato nel 2019.