Il clima di questa balorda campagna elettorale sta diventando sempre più velenoso. Mentre i leaders dei principali partiti politici si scambiano insulti sanguinosi e si minacciano vicendevolmente di querele, evitando accuratamente di far conoscere al popolo italiano quali scelte vogliono fare sui temi politici più rilevanti, monta nel paese un crescendo di episodi inquietanti di violenza, condita da rigurgiti di fascismo. Solo questa settimana si sono verificati un agguato a Palermo ai danni di un esponente di Forza Nuova, l’accoltellamento di due militanti di Potere al Popolo a Perugia, l’in – vasione degli studi de La 7 da parte di un manipolo di squadristi, la comparsa di una svastica su una lapide di una vittima del nazifascismo a Castelfiorentino e di due svastiche sulla lapide di Aldo Moro a Roma.
Adieci giorni dal voto si incupisce il clima della campagna elettorale: “«Ormai siamo diventati un Paese intriso di odio e di ostilità, che discrimina, razzista e xenofobo, che rifiuta le opinioni diverse, le culture diverse», spiega amaro il direttore generale di Amnesty international Gianni Rufini presentando mercoledì scorso il rapporto 2017-2018 dell’organizzazione con un focus speciale riservato proprio all’Italia e alle parole di odio che caratterizzano questa campagna elettorale. Amnesty ha messo sotto osservazione le dichiarazioni e i profili Facebook e Twitter di 1.400 candidati in tutta Italia dei primi quattro partiti e coalizioni, compresi ovviamente leader e candidati alla presidenza delle Regioni Lazio e Lombardia. I risultati dimostrano come nel mirino dei politici di destra finiscono puntualmente non solo migranti, rifugiati e rom, ma anche donne e persone lgbt. «Il 50 per cento delle dichiarazioni – spiega Amnesty – sono da attribuire a candidati della Lega, il 27% a Fratelli d’Italia, il 18% a Forza Italia». Per quanto riguarda i destinatari, invece, gli immigrati rappresentano un bersaglio scontato, capace di raccogliere il 79% delle dichiarazioni ostili, seguito da un 12% di affermazioni che veicolano una discriminazione religiosa (islamofobia), dal 5% di dichiarazioni contro i rom. Dal rapporto di Amnesty viene fuori la fotografia di un disastro culturale e morale nel quale sguazzano le principali forze politiche della destra per contendersi i voti degli elettori soffiando sui risentimenti e sul rancore sociale. In questo clima pesante appare quanto mai opportuno il grido d’allarme (Mai più fascismi) lanciato dall’ANPI, dall’ARCI, dalle ACLI, dalla CGIL e da tante altre organizzazioni sui rischi che corre la democrazia nel nostro paese. “Attenzione: qui ed ora c’è una minaccia per la democrazia. Si stanno moltiplicando nel nostro Paese sotto varie sigle organizzazioni neofasciste o neonaziste presenti in modo crescente nella realtà sociale e sul web. Esse diffondono i virus della violenza, della discriminazione, dell’odio verso chi bollano come diverso, del razzismo e della xenofobia, a ottant’anni da uno dei provvedimenti più odiosi del fascismo: la promulgazione delle leggi razziali. Per questo, uniti, vogliamo dare una risposta umana a tali idee disumane affermando un’altra visione delle realtà che metta al centro il valore della persona, della vita, della solidarietà, della democrazia come strumento di partecipazione e di riscatto sociale. Per questo, uniti, sollecitiamo ogni potere pubblico e privato a promuovere una nuova stagione di giustizia sociale contrastando il degrado, l’abbandono e la povertà che sono oggi il brodo di coltura che alimenta tutti i neofascismi. Per questo, uniti, invitiamo le Istituzioni a operare perché lo Stato manifesti pienamente la sua natura antifascista in ogni sua articolazione, impegnandosi in particolare sul terreno della formazione, della memoria, della conoscenza e dell’attuazione della Costituzione.” Facendo seguito a questo appello è stata promossa una manifestazione nazionale (Mai più fascismi, mai più razzismi) che si svolgerà domani a Roma per portare nella campagna elettorale la sacrosanta esigenza di rifiutare la disumanizzazione della politica, portata avanti dagli imprenditori della paura e della xenofobia, e di riaffermare i valori dell’antifascismo, consolidati nella Carta costituzionale e nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Per favore, restiamo umani e ricordiamocelo anche nell’urna.
di Domenico Gallo edito dal Quotidiano del Sud