di Michele Vespasiano
La morte, due anni fa, di Erio Matteo sconvolse tutti. Non solo gli amici più stretti di Sant’Angelo dei Lombardi o quelli dei paesi vicini. Fu una notizia che arrivò in una lugubre sera di fine agosto, martoriata dalla pioggia insistente e, per quanto mi riguarda, da un triste presagio che cercavo in ogni modo di scacciare.
«È morto Erio!», mi disse Tony Lucido al telefono, con la voce alterata dalle lacrime e dando così corpo a quel presentimento che mi stava accompagnando in quella serata. Senza che Tony lo volesse, quell’incredibile notizia pose fine ad un’aspra discussione che stavo avendo durante una cena che stavo consumando in compagnia in un paese vicino. Ho compreso poi che era stato il mio animo maldisposto ad averla generata.
Mi precipitai a tornare a Sant’Angelo, cosicché sotto quel balcone da quale Erio aveva inteso porre fine alla sua stagione terrena arrivammo tutti. Davvero tutti. Amici storici assieme a estimatori di Erio e semplici conoscenti. Tutti piangevamo, increduli.
Due anni sono passati e nel frattempo qualche iniziativa per conservare memoria pure è stata fatta, ad esempio intitolando a Erio (diminutivo di Francesco Saverio) Matteo un centro culturale a Sant’Angelo; un luogo che mi auguro possa diventare un incubatore di cultura per i giovani del suo e mio paese. Ma per me non poteva bastare, e allora, dopo averne parlato con Ivana Picariello, direttrice del sito online del Corriere dell’Irpinia, assieme abbiamo pensato che si potessero raccogliere in un volume le note politiche (solo una parte, ahimè), che con cadenza settimanale sono uscite sull’edizione irpina del “Quotidiano del Sud”, diretto da Gianni Festa. Note che dicono tanto di Erio Matteo, non solo della sua visione politica ma anche e soprattutto della dimensione culturale nella quale Erio si è mosso.
Ed è con questa finalità che è uscito “Come li ho visti io”, volume edito per i tipi di Delta 3, che verrà presentato martedì 19 settembre, alle ore 17:30, proprio nel centro culturale che il Comune di Sant’Angelo dei Lombardi ha voluto intitolare a Erio Matteo.
In verità, più che parlare del libro o fare l’esegesi alle sue note giornalistiche, l’idea che abbiamo condiviso è che quest’incontro possa essere una conversazione di amici intorno ad un amico; un coro di più voci per parlare di Erio e delle sue molteplici e poliedriche espressioni: quelle amicali, politiche, culturali, giornalistiche, professionali, ecc. Insomma, confidiamo che possa essere un confronto che possa far arrivare fin lassù il ricordo, mesto talvolta ma anche gioioso, degli amici di Erio.