Prima del Comune, la Regione. L’ex sindaco Gianluca Festa non è tanto in cerca di una poltrona a Santa Lucia quanto di riaccreditarsi politicamente: vuole tornare sulla scena politica, vuole un palcoscenico, fare la sua parte e trovare alleati e capitalizzare il consenso regionale.
Poi ricandidarsi al Comune.
Perché candidarsi non è peccato. Basta avere qualcosa da dire e da fare. Possibilmente qualcosa di credibile, verosimilmente credibile e non impossibile da praticare, da realizzare s’intende nell’interesse dei cittadini.
Credibili lo si è se si è lavorato bene, se si ha una bella storia d’impegno politico e civile, di lavoro fatto onestamente nelle istituzioni e con risultati tangibili e benefici per la comunità.
Infatti l’ex sindaco Festa racconta che sono state rose e fiori con la città.
Racconta di aver amministrato bene e con parsimonia i soldi pubblici. Troppo facile finanziare a debito un mega Ferragosto: sono bravi tutti.
Se i cantanti ci sono stati a Ferragosto e Capodanno, se i commercianti ci hanno guadagnato e tutto il resto, il costo per il Comune – è la tesi di Festa – non è stato esorbitante.
Insomma l’amministrazione se lo poteva permettere perché i conti erano stati messi in ordine: l’ex sindaco aveva portato avanti un accorto risanamento.
La festa per Festa e secondo la città di Festa è il minimo indispensabile. E’ irrinunciabile, è utile, è produttiva, è impellente quando è il momento. Certo, per Festa la festa è anche uno spot elettorale studiato con cognizione di causa e senso politico.
L’importante però è che i conti tornino. E infatti secondo Festa tornano eccome. Lo dice in un manifesto: “I conti tornano. Le bugie hanno le gambe corte. Disavanzo 2019: 46.722.074 euro. Debiti fuori bilancio: 20 milioni”.
La somma fa 66.722.074. Ecco: “Nel 2024: 25.032.503. Accantonamento per debiti fuori bilancio 1.966.271.
Totale 26.998.744. Conclusione: dal 2019 al 2024, “40 milioni di debito ripianato, zero debiti fuori bilancio contratti”.
Come avrà fatto Festa? Ha conciliato austerity e divertimento. Sembra una contraddizione.
Un miracolo. E dal presunto miracolo che l’ex sindaco ricomincia – “ricominciamo” è lo slogan – la campagna elettorale per le amministrative del prossimo anno: contro il potere e contro il “sistema”, Festa ha una visione sviluppista della città, è per le decisioni urbanistiche rapide, per le novità, le trovate “geniali”, uomo del fare, del correre e non poltrire, della vicinanza politica e umana al cittadino – parla di “umanizzazione” –, sindaco dell’ascolto.
Nel 2024 sarebbe stato eletto con il 70 per cento del consenso se non fosse stato messo fuori gioco dall’inchiesta giudiziaria, sostiene Festa.
Ora, bisogna continuare, ragiona. Festa ricomincia il lavoro per la città con tre o quattro liste, si dice.
Però prima la Regione.
Dal civismo al centrodestra regionale per Festa è un attimo. La lista è sempre Davvero. Con il centrodestra, dopo aver provato con il centrosinistra: il governatore Vincenzo De Luca avrebbe accolto l’ex sindaco volentieri, ma ci sono di mezzo gli schleiniani e i 5stelle irriducibilmente contrari a chi potrebbe andare a processo nei prossimi mesi.
Avrebbero detto no a prescindere. Nel centrodestra invece sono garantisti e in cerca di voti. E allora, bene Festa. Che avrebbe già chiuso l’accordo. Meglio se il candidato alla presidenza è il meloniano vice ministro degli Affari Esteri, Edmondo Cirielli.
Anche se eletto in Regione, Festa si dimetterà per candidarsi a sindaco, a capo del suo blocco civico, economico e sociale popolare-populista contro – è questa l’ideologia di fondo – l’apparato che vuole decidere al posto degli elettori.
Ma prima Festa dovrebbe rendere chiare le cose che restano oscure. I conti e non solo.