Concorso vigili, il sequestro del telefonino annullato dalla Cassazione. I giudici della V sezione penale hanno accolto il ricorso presentato dall’avvocato Gaetano Aufiero, difensore di fiducia di Davide Mazza, contro l’ordinanza adottata dai giudici del Tribunale del Riesame di Avellino rispetto al ricorso contro il decreto di sequestro bis del telefonino in uso al candidato ad un posto di vigile urbano ad Avellino, bloccato prima della prova orale in comune dai militari del Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Avellino. Un annullamento senza rinvio ad una nuova valutazione del Riesame che di fatto potrebbe avere anche effetti sugli atti finiti nel maxifascicolo dell’inchiesta “Dolce Vita”.
La difesa del candidato aveva già sollevato la nullità degli atti che hanno portato al nuovo provvedimento probatorio, firmato dal pm Vincenzo Toscano e eseguito dai militari della Guardia di Finanza di Avellinoguidati dal colonello Salvatore minale. I magistrati del Tribunale del Riesame per le misure reali, in diversa composizione rispetto alla precedente udienza (per cui era scattato l’annullamento), ovvero il collegio presieduto dal giudice Gianpiero Scarlato avevano confermato il sequestro eseguito dai militari delle fiamme gialle .
La difesa del ventiseienne candidato aveva già eccepito la nullità degli atti che avevano portato al nuovo provvedimento di carattere probatorio firmato dal pm Vincenzo Toscano ed eseguito dai militari del Nucleo Pef della Gdf di Avellino, agli ordini del tenente colonnello Alessio Iannone nelle ore successive alla interruzione della prova. Il profilo della nullità, potrebbe avere dunque effetti anche su uno dei capitoli legati all’inchiesta che riguarda l’ex sindaco Festa.
Gli indagati nella vicenda, al momento, sono tre, includendo il candidato Davide Mazza, la presidente della Commissione Filomena Smiraglia, e uno dei commissari, il vicecomandante della Polizia Municipale di Avellino Sullo. Secondo le ipotesi investigative, Smiraglia e Sullo avrebbero rivelato la rosa di domande al candidato, il quale, all’interno del cellulare, avrebbe avuto anche le domande che erano state scelte dalla Commissione, verosimilmente redatte e scelte dai due componenti finiti nel mirino.