Si concluderanno domani mattina gli interrogatori davanti ai militari dell’aliquota di pg delle Fiamme Gialle e della Digos nei confronti di alcuni dei sei indagati dalla Procura di Avellino nell’ambito dell’inchiesta sui “condoni falsi” avviata da qualche settimana dai magistrati di Piazza Del Popolo. L’invito a comparire firmato dal pm che conduce gli accertamenti, il sostituto procuratore Fabio Massimo Del Mauro. Nel registro degli indagati sono stati iscritti sei nomi, tutti dipendenti o ex dirigenti del Sued e dello sportello che si occupa dei “condoni”.
Si tratta di un ex dirigente del Palazzo di Città, un responsabile del comune di Avellino e quattro responsabili del procedimento, accusati di falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico.Sono le prime iscrizioni da parte della Procura della Repubblica di Avellino nel registro degli indagati nell’inchiesta sui falsi condoni rilasciati dal Comune di Avellino rinnovando richieste di sanatoria per abitazioni non sanabili utilizzando protocolli di domande realmente presentate da soggetti deceduti o che avevano perso interesse perchè la loro pratica era rimasta inevasa.
Un’ iscrizione necessaria anche alla luce del sequestro disposto dalla Procura dei registri dell’ Archivio comunale eseguito dagli agenti della Digos e dell’ Aliquota di Pg della Gdf presso la Procura. Si tratta del decreto di sequestro preventivo firmato dal Procuratore Domenico Airoma e dal sostituto Fabio Massimo Del Mauro, il magistrato che coordina le indagini. Va subito evidenziato però che l’ attuale dirigente del Sued, l’ingegnere Angelo Maria Cicalese, che ha contribuito a scoprire i casi, non risulta tra i sei nomi degli indagati.
Gli indagati pero’ al momento sono provvisoriamente sospettati di falso commesso da pubblico ufficiale. Sono sette le pratiche finite nel mirino della Procura di Avellino. A quanto pare però il numero e’ destinato a salire. L’indagine e’ destinata dunque ad allargarsi. Intanto ci sarebbe un particolare relativo alla genesi degli accertamenti che avrebbero fatto scattare il caso condoni. Tutto sarebbe nato da un procedimento per furto aggravato, quello denunciato da una dirigente comunale, molto probabilmente di materiale del settore relativo ai condoni.