Mentre a Napoli e Roma si fanno scelte unitarie, ad Avellino il partito è diviso come sempre. La contraddizione è ormai stringente ma il congresso potrebbe essere l’occasione per aprire una fase di distensione che porti, se non alla pace, almeno a un compromesso nell’interesse non solo di tutto il partito, ma del centrosinistra unito in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Il “campo largo”, dopo le ultime regionali, rappresenta un modello di alleanza imprescindibile e più o meno vincente.
Diversamente, il Pd ha tutto da perdere. Senza unitarietà ogni accordo con gli alleati, se non impossibile, risulta almeno al ribasso; soprattutto ogni competizione elettorale si fa più difficile e rischiosa. Ogni candidatura a segretario Pd che passasse con la forza dei numeri, delle tessere e dei voti alle regionali potrebbe far implodere definitivamente il partito e pregiudicarne il risultato nelle urne.
Per tali ragioni, la scelta del consigliere regionale Maurizio Petracca di indicare Marco Santo Alaia, ex sindaco di Sperone, alla guida del Pd irpino potrebbe essere un segnale di apertura della trattativa, un’ipotesi di candidatura messa sul tavolo per arrivare poi a un accordo, anche su un altro nome, magari unitario.
A segretario unitario si candida l’attuale presidente della Federazione dem, Gerardo Capodilupo, espressione dell’area che fa riferimento all’ex sottosegretario Umberto Del Basso De Caro. Capodilupo, che prova a ragionare con il gruppo vicino alla segretaria nazionale Elly Schlein, è disposto a far valere il peso dei tesserati che lo sostengono. E ancora, Rino Buonopane, presidente della Provincia, potrebbe avallare la soluzione unitaria. E poi ci sarebbe Francesco Todisco, da poco eletto alla guida del Consorzio di Bonifica del Volturno, dopo esserne stato commissario per anni. Todisco, che si è visto spesso nella campagna elettorale per le regionali di Petracca, da segretario unitario Pd potrebbe rassicurare la Sinistra cittadina, sbloccando l’impasse per la ricomposizione del “campo largo”. Diversamente, la Sinistra non è disposta a subire una candidatura a sindaco che sia espressione di un Pd schiacciato sulla posizione di Petracca. Todisco, sponsorizzato da Piero De Luca, è però anche tra i papabili candidati a sindaco.
Stessa ambizione per Enza Ambrosone e Nicola Giordano, ex consiglieri comunali Pd.
Più in generale, per evitare un confronto rissoso e divisivo la forzatura unitaria, costruita con buon senso e lungimiranza, servirebbe a salvaguardare i posizionamenti di tutti: di Petracca, che potrebbe riprovare nel 2027 a candidarsi alla Camera (permettendo, tra l’altro, ad Anna Nazzaro, prima non eletta della lista dem per le regionali, di entrare nell’assise di Palazzo Santa Lucia); di Buonopane, che potrebbe ricandidarsi alla Provincia; di De Caro, che pure ambisce a un posto in Parlamento; e infine un congresso unitario potrebbe dare forza a una candidatura Pd per la città.
Su un nome unitario trovare la quadra è allora possibile: il termine per la presentazione dei candidati è il 30 dicembre. La soluzione unitaria prescinde dai nomi, significa gestione condivisa del partito, semplicemente democratica e partecipata, come dovrebbe essere; significa a ognuno la sua parte nel rispetto di tutti. Così come è chiaro che la convivenza sarà sempre e comunque turbolenta, la pace per tutto il centrosinistra appare irrinunciabile.



