Continua incessante l’attività del Comitato civico “Uniamoci per l’acqua” che, nel fine settimana scorso ha incontrato, ad Avellino, alla Festa del Pd provinciale, l’europarlamentare dem Antonio Decaro, al quale è stato proposto di presentare, all’assemblea di Bruxelles, la loro mozione mirata ad istituire un fondo straordinario a livello europeo. Che si occupi della riqualificazione delle infrastrutture nelle aree più colpite dall’emergenza idrica. Tra queste c’è ovviamente l’Irpinia.
All’ex sindaco di Bari, il Comitato invierà una bozza dettagliata, come richiesto, della mozione. Mentre, intanto, nasce un altro comitato anche a Nusco, dove permane l’emergenza, si è tenuto un incontro ad Eboli, in provincia di Salerno, per costituire la federazione delle associazioni e dei movimenti del Sud. È intervenuta, per “Uniamoci per l’acqua”, Cynthia Andreottola che nel suo che ha riaffermato che, “la crisi idrica tocca profondamente migliaia di persone. I nostri Comuni, i nostri campi, le nostre case soffrono di una cronica mancanza di acqua”.
E continua:”Tubature fatiscenti ereditate da un passato ormai lontano cedono sotto il peso degli anni, lasciandoci a secco e creando danni incalcolabili”. Anche perché, quelle poche volte che l’Alto Calore interviene,”le riparazioni sono lente e insufficienti”. Andreottola ha poi ricordato come, secondo le stime dell’ente Irpino, “circa il 70 per cento di acqua delle nostre sorgenti viene dispersa, a causa delle reti obsolete e insufficienti. E questo è inaccettabile. Non è soltanto una questione tecnica ma di giustizia sociale”. Quindi, la delegata del Comitato sottolinea che le cause sono dovute all’invecchiamento delle infrastrutture, mancanza di investimenti, gestione insufficiente delle risorse idriche”. Nel corso degli anni, l’Alto Calore, è stato fonte”di svandali e polemiche-dice ancora Cynthia Andreottola- con le inefficienze, clientelismo e sprechi”. Un’altra scelta “contro il volere dei cittadini” è quella della Regione Campania che “ha deciso di privatizzare una parte significativa del sistema idrico regionale, attraverso la creazione di Grandi reti idriche campane spa”. Il Comitato, chiede ancora una volta,”una gestione trasparente e partecipata. Ci si è dimenticati del referendum del 2011, in cui si è stabilito che l’acqua è un bene pubblico”.
E allora, conclude la rappresentante del Comitato”Uniamoci per l’acqua”:”Dobbiamo farci sentire, mobilitarsi. Chiediamo a governo, regioni, enti locali di stanziare fondi necessari per la realizzazione di un piano concreto e ambizioso. La riqualificazione delle reti, riduzione delle perdite, la garanzia di un approvvigionamento idrico duraturo. Un impegno concreto, insomma, per un problema che riguarda tutti. L’acqua sia messa al centro dell’agenda politica. Noi siamo fiduciosi che, uniti, potremo superare questa sfida e insieme poter costruire un futuro migliore per la nostra terra dove l’acqua scorra abbondante, e pulita, per tutti”.