Dalle battaglie della sinistra al risultato positivo delle Europee di giugno da non disperdere fino alla necessità di unire le forze del campo largo, convergendo sulle cose da fare, sulle scelte da individuare in tema di sanità, di istruzione, di lavoro. Nicola Fratoianni, leader dell’Alleanza Verdi e Sinistra incontra i ragazzi di Giffoni Impact. Tra qualche giorno si avvicenderanno sullo stesso palco Elly Schlein, segretaria nazionale del Partito Democratico, e Giuseppe Conte, presidente del Movimento Cinque Stelle. Che messaggio intende lasciare Fratoianni ai colleghi del campo largo? Quello di continuare sulla traccia segnata dalle Europee in poi, evitando la logica dei veti, ma provando ad allargare la base di consenso sui contenuti, sulle scelte politiche: “Noi non abbiamo mai messo veti su qualcuno – ha detto – qualche volta al contrario li abbiamo subiti. Gli unici veti che poniamo sono su politiche che consideriamo sbagliate”.
Un primo banco di prova è quello legato al contrasto alla riforma sull’autonomia differenziata. Da oggi è partita la raccolta firme per il referendum abrogativo. Insieme ci sono tutte le forze del campo largo: “Non è una riforma – ha detto Fratoiainni – ma una controriforma. E’ lo scambio un po’ indecente tra i sogni secessionisti di una Lega in declino e quelli autoritari di una Presidente del consiglio che vuole tutti i poteri nelle sue mani. E’ un disastro che frantuma ed umilia il nostro Paese. Dividerla in venti staterelli significa rendere l’Italia un Paese senza speranza”.
E’ un altro passo in avanti di un cammino comune verso la costruzione di un’alternativa alla destra di governo. Come procedere? Fratoianni non ha dubbi: “La politica — dice – non è una partita di calcio di beneficenza e non bastano gli abbracci. Per il futuro credo che dovremmo smetterla di etichettare il nostro spazio politico perché questo è il modo per non costruirlo. Se siamo convinti sul fatto che sia necessaria un’alternativa a questa destra dobbiamo costruirla partendo dai contenuti. Se siamo d’accordo sulla necessità di una sanità pubblica, di una scuola e di un’università pubblica e gratuita, su di un salario minimo per legge al di sotto del quale non è lavoro, ma sfruttamento, su di un reddito che sia di libertà, allora questo campo possiamo organizzarlo insieme a chi avverte come noi questa stessa urgenza. E’ così che questa alleanza riuscirà finalmente a parlare alle persone normali, quelle che vogliono sapere che idea abbiamo di questo Paese. Forse così qualcuno deciderà di impegnarsi nuovamente e forse così torneremo a mobilitarci tutti insieme”.
Il risultato da capitalizzare per Fratoianni è quello delle Europee perché Alleanza Verdi e Sinistra ha saputo parlare in particolare ai ragazzi risultando la forza maggiormente attrattiva tra chi si è recato alle urne per la prima volta: “Se guardiamo dentro quel voto – ha detto – dentro a quel mezzo milione di consensi in più rispetto alle Politiche di due anni fa, c’è l’adesione convinta di moltissime ragazze e moltissimi ragazzi e questo mi rende felice perché credo sia stata premiata una scelta di coerenza e di coraggio. Io sono ancora convinto che si possa cambiare tutto e che si debba provare a farlo indicando soluzioni che qualche volta siano anche in controtendenza. Penso che è questo che i giovani vogliano sentire dalla politica”.
Il conflitto israelo-palestinese sul palco della Impact. A Fratoianni un fiore all’occhiello con i colori della Palestina. E’ il regalo che gli arriva dalle mani della giovane Sara: “E’ giusto – gli dice – che la politica riconosca che in Palestina si sta consumando un genocidio. E che si sappia che la società civile è al fianco della Palestina”. Fratoianni è concorde, il fiore è già all’occhiello della sua giacca e così chiosa: “Quello che sta accadendo a Gaza – ha spiegato – è un genocidio, sono stato il primo ad usare questo termine in Parlamento. Quando siamo stati al confine con l’Egitto abbiamo visto l’orrore di una guerra di sterminio. Ma quando si va oltre siamo all’apocalisse. Quando vedi che gli aiuti umanitari sono bloccati e vengono respinte finanche le incubatrici, capisci che ormai in quei posti non c’è più niente. Io dico che il diritto internazionale non può valere a corrente alternata e che l’unica prospettiva è che ci siano due Stati per due popoli. Dico perciò al nostro governo di riconoscere lo Stato palestinese perché se vogliono lo possono fare”.
Il lavoro è un’altra emergenza. Il lavoro inteso come diritto sociale, come condizione dignitosa di vita, il lavoro che necessita di condizioni minime al di sotto delle quali è sfruttamento, sono tutte queste le sollecitazioni arrivate dai ragazzi. Fratoianni le raccoglie e rilancia: “Il caporalato non è un’eccezione – dice – rispetto ad un sistema che andrebbe totalmente rivisto. Quello che abbiamo visto nelle campagne di Latina, dove un bracciante è stato lasciato morire con un braccio amputato lasciato in una cassetta, non è il frutto di un improvviso impazzimento, ma è il risultato di una società che non funziona, di un Paese in cuici sono leggi che rendono le persone estremamente fragili e senza diritti. Occorre immagina un sistema che rimuova le condizioni che creano queste situazioni, partendo dalle leggi da cancellare. E la prima è la Bossi – Fini che è una fabbrica efficientissima di irregolarità”.
Come si costruisce un’alternativa di governo? La leadership è una questione. E come può la sinistra tornare ad essere un’alternativa credibile in Italia? La questione non è semplice, ma Fratoianni risponde puntualmente: “Le leadership contano – ha detto – perché in politica contano gli uomini e le donne”. Poi c’è il linguaggio utilizzato e le priorità che ci si dà: “C’è stata – ha aggiunto – una parte della sinistra che ha avuto la tendenza ad immaginare che i diritti civili fossero la più importante delle frontiere. Io vorrei una società in cui la dignità del lavoro, il diritto alla salute e all’istruzione andassero di pari passo con i diritti civili, con la libertà di amare chi vuoi, di vestire come vuoi, di essere così come vuoi essere”.