ATRIPALDA – E’ stata l’occasione per tracciare un bilancio delle nuove sfide legate all’area archeologica di Abellinum il convegno tenutosi presso la sala consiliare del Comune di Atripalda. A sottolinearle il direttore del Museo della Dogana Flavio Petroccione che ha passato in rassegna i fondi destinati a sostegno della Dogana, dalla videsorveglianza per un totale di 160.000 ai lavori di adeguamento per fare della struttura spazio in grado di accogliere incontri e attività culturali. Mentre tra maggio e luglio dovrebbero essere completati gli interventi per risistemare la copertura e la facciata della Dogana, che ha ormai assunto il carattere di Museo, senza dimenticare l’ultimo finanziamento 500.000 euro. Quindi spazio all’assessore comunale Lello Barbarisi e alle relazioni di Luca Cerchiai. Daniela Musumeci, Alfonso Santorello e Giulia Perfetto. Per ribadire la necessità di fare sistema.
“Questo appuntamento – ha spiegato Barbarisi – ci ha consentito di effettuare un resoconto delle ricerche sin qui effettuate dall’Università di Salerno in virtù di un progetto di ricerca su Abellinum diretto dal Prof. Alfonso Santoriello. Abbiamo scelto questo titolo, la “Città nuova”, perché dovremo abituarci all’idea di una visione della città non più rappresentata solamente dalla Domus di Agrippa, ma da ulteriori edifici emersi nel corso di questi anni di ricerca, che offrono appunto un’idea di città con popolazione numerosa e che è in larga parte ancora interrata”. Per poi annunciare lo spostamento dell’ingresso ad Abellinum da via Manfredi a piazza Umberto I, e l’esposizioni dei tanti reperti del parco archeologico nel Museo della Dogana.
E’ stato Santoriello ricordare come “Abbiamo puntato sul concetto di ecosistema, frutto dell’interazione tra uomo e ambiente, di cui l’archeologia è solo un aspetto, in collaborazione con i dipartimenti di comunicazione per i beni culturali, farmacia e ingegneria di Unisa, il dipartimento di scienze e Tecnologie dell’Unisannio, il dipartimento di geoscienze del Molise, con l’obiettivo di esaltare tutte le componenti del luogo, dalla geomorfologia alle piante. La vera scommessa è il turismo di prossimità, nemmeno gli atripaldesi conoscono appieno Abellinum. Dobbiamo ripartire da questo dato. Inoltre, in un tempo in cui si parla tante di aree interne e marginali, Abellinum riveste un valore più forte, pochè è marginale da un punto di vista geografico”.
Per ribadire l’importanza di portare avanti la sfida in maniera unitaria , di qui la volontà di coinvolgere le scuole, a partire dai percorsi di Pcto. ” racconteremo Abellinum attraverso percorsi che consentiranno di esaltare vegetazione, memoria o ancora le singole storie, anche quella di chi ha distrutto l’evidenza archeologica, come la cava realizzata ad inizio del ‘900. Abbiamo cercato di mettere in evidenza la domus affiancata da abitazioni e da un percorso stradale, di portare alla luce altre parti di altri isolati che componevano il tessuto urbano. Grande attenzione sarà rivolta anche all’uso dei tecnologie per valorizzare il patrimonio di Abellinum”