Diventa l’occasione per rilanciare l’appello alla società civile a fare la propria parte per difendere l’ambiente l’incontro promosso al Polo dei giovani di Avellino dalla comunità “Laudato si'”, a partire dalla visione del docufilm “The letter. A message to earth” dedicato all’enciclica di Papa Francesco “Laudato si'”. E’ don Antonio Fucci a ricordare come “Viviamo oggi una vera emergenza ecologica e non possiamo stare a guardare. Troppo spesso dimentichiamo il legame che esiste tra criminalità organizzata e inquinamento ambientale. Di qui l’importanza di ricordare e contrastare questa pericolosa alleanza nel giorno in cui si commemora la strage di Capaci. Il nostro impegno deve essere più incisivo, dobbiamo considerare la terra come una casa comune, come una sorella che ci accoglie e che deve essere difesa”.
E’quindi la professoressa Mirella Napodano a sottolineare l’importanza di far conoscere i contenuti della ‘Laudato sì’ che parla alla comunità di oggi, chiamandoci a fare la nostra parte. A prendere la parola è quindi il presidente dell’Osservatorio regionale sui rifiuti Enzo De Luca: “Su questi temi non devono esistere differenze ideologiche o di partito, non ci sono barriere, bisogna coinvolgere le nuove generazioni e agire sul piano legislativo. Tuttavia, dobbiamo fare i conti con l’indifferenza della società civile, quando si parla di temi come rifiuti e inquinamento dell’aria o dell’acqua, di qui la necessità di una reazione da parte delle associazioni e delle comunità”
Prezioso l’intervento del comandante dei vigili del fuoco di Avellino Mario Bellizzi: “Con i cambiamenti climatici si è modificato anche il nostro modo di operare. Dobbiamo fare i conti con un territorio vulnerabile dal punto di vista sismico e della sicurezza idrogeologica. Secondo l’Istituto Nazionale di sismologia, 160 mila persone abitano in Irpinia in zone ad alta sismicità, 15.000 in zone ad elevato rischio idraulico, 40.000 in territori ad elevato rischio frane. Quando i nostri territori sono colpiti da piogge, si formano vere colate di fango che mettono a rischio la sicurezza dei paesi come accaduto a Quindici, a Cervinara nel 2000, a Monteforte lo scorso anno. Noi vigili del fuoco siamo i primi a consultare il bollettino meteo e in caso di allerta, predisponiamo in questi casi una squadra operativa in più per fronteggiare le cosidette bombe d’acqua. E’ vero che esiste un piano di sicurezza provinciale allestito dalla Protezione civile ma è importante che ogni comune si doti di un proprio piano”. A concludere l’incontro la testimonianza di Carlo Mele della Caritas.