Dalla capacità delle organizzazioni criminali di utilizzare al meglio le nuove tecnologie al ruolo decisivo delle intercettazioni. Sono alcuni dei temi affrontati dal magistrato Nicola Gratteri in occasione della festa del libro di Sant’Andrea di Conza, alla sua dodicesima edizione, a partire dal volume “il Grifone”, scritto con Antonio Nicaso. “Il Grifone – spiega Gratteri, intervistato dalla giornalista Elisa Forte – è un ibrido come mutevoli sono le mafie, somma di più componenti. Ancora oggi esistono tanti livelli di mafie, c’è il camorrista che ancora gira di negozio in negozio per chiedere il pizzo, una camorra che è fortemente inserita nel mondo dell’imprenditoria e una camorra molto attenta all’uso di tecnologie, tanto da riuscire a lavorare nel dark web, quello che è un universo sconfinato. Stando seduto su questo divano, col cellulare posso ordinare droga dalla Colomba o l’acquisto di un bazooka. “. E sulle intercettazioni “Il ministro Nordio ha sottolineato come le intercettazioni costino troppo. In realtà, la spesa si aggira sulle 170 milioni di euro l’anno ma si tratta di somme che possono essere recuperate in tanti modi. Il mio ufficio ha sequestrato 280 milioni di bitcoin, trasformati in euro ed entrati nel Fondo Unico Giustizia. Con un’operazione abbiamo pagato un anno e mezzo di intercettazioni. Al ministro che parla di spese eccessive, rispondo, invece, che si guadagna con le intercettazioni. Se i cellulari consentono di fare tutto da casa, quale finalità hanno i pedinamenti che il ministro ritiene necessari? Né c’è un numero sufficiente di dipendenti delle forze dell’ordine per effettuarli. Mancano talmente tante unità da rendere impossibile, talvolta, la trascrizione di intercettazioni in tempo reale. Prima di parlare e dire inesattezze bisognerebbe informarsi”.
Quindi continua la sua riflessione “Il ministro garantisce che non saranno toccate intercettazioni su reati collegati alla lotta alla mafia. Ma non spiega cosa intende fare per quelli collegati alla pubblica amministrazione. Nei processi per mafia il dato di fatto è che vediamo sempre più indagati provenienti dal mondo della pubblica amministrazione, della libera professione, delle forze dell’ordine. Si assiste a un forte abbassamento della morale e dell’etica, assistiamo con sempre maggiore frequenza a tavolate con istituzioni e mondo della camorra. Accade che in determinate circostanze non si possano utilizzare le intercettazioni anche quando importantissime mentre possono essere utilizzate per piccoli reati. E’ inaccettabile. La politica dovrebbe spiegare perchè non si interviene su questo. Potete immaginare quanta gente la fa franca per un cavillo procedurale. Le intercettazioni sono oggi indispensabili. Il 99% della prova arriva dalle intercettazioni”. E su serie come Mare fuori “Non possiamo non intervenire se i giovani imitano i killer di film o serie che parlano di violenza. I ragazzi sono come una spugna. Noi adulti dobbiamo stare attenti e non possiamo voltarci dall’altra parte”. Spiega come “Abbiamo caricato la scuola di una responsabilità enorme. In una società in cui conta l’avere e non l’essere il professore appare uno sfigato. Non è che con le prediche ma è con i comportamenti che trasmettiamo valori alle nuove generazioni”. Contesta la cancellazione del reato di abuso d’ufficio “Il dato di fatto è che i manovratori non vogliono essere controllati. Se un sindaco ha dubbi sulla legittimità di un atto può chiedere al segretario comunale”. E sulla separazione delle carriere “Il pericolo è che il potere politico decida in futuro quali processi portare avanti”. Spiega come “Non avete ancora visto gli effetti della riforma Cartabia”. Sottolinea come “Non mi stanca lavorare ma ipocrisie e bugie”. E sull’esperienza di procuratore a Napoli ribadisce la molteplicità delle camorre esistenti a Napoli “Ci sono tante camorre, la camorra di strada, le stese per accaparrarsi una piazza, la camorra particolarmente abile nel campo della falsificazione e nell’editoria e molto più avanti rispetto alla ndrangheta nell’utilizzo delle tecnologie”
Particolarmente apprezzata anche la testimonianza di Giovanni Impastato che ha presentato il volume “Mio fratello, tutta una vita con Peppino”, intervistato da Rossella Strianese. Una storia, quella di Peppino Impastato, partita da un comune della città metropolitana di Palermo, Cinisi, e da una famiglia di agricoltori legati alla mafia locale: il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, e suo cognato, Cesare Manzella, ucciso in un attentato, era il capomafia del paese, uno dei boss che per primi individuarono nel traffico di droga il nuovo strumento di accumulazione di denaro e potere. In questo contesto si sviluppa la vicenda rivoluzionaria, drammatica, coraggiosa e libera del ragazzo destinato a diventare il più contagioso degli attivisti della lotta antimafia. Una storia che non si interrompe affatto con l’uccisione di Peppino, ma che continua per altri quarant’anni intrecciandosi a quella del nostro Paese, e disvelandone spesso complicità e opacità. “Il libro – spiega Impastato- ripercorre la vita di Peppino, dall’infanzia all’uccisione. Alcuni capitoli sono un pugno nello stomaco. Ho scelto di soffermarmi anche su episodi intimi che non erano conosciuti. Pensavo di portare alcuni segreti legati alla vita con Peppino con me ma è importante si sappia tutto, poichè il racconto diventa un ulteriore strumento per sensibilizzare le nuove generazioni e rendere più viva la memoria di Peppino” Anche Giovanni Impastato lancia un appello ai giovani “Abbiano coraggio e facciano sentire la loro voce, Da loro dipende il futuro del paese”
Tanti gli spunti di riflessione anche nel confronto con Leonardo Palmisano, intervistato da Giulio D’Andrea, a partire dal saggio “Italiapartheid – Stranieri nella Penisola del razzismo”. Leonardo Palmisano ha analizzato il fenomeno di isolamento, sfruttamento e segregazione che caratterizza le storie di tanti migranti in quello che è un libro inchiesta pubblicato con Amnesty “Per paradosso, la legge italiana sull’immigrazione – spiega Palmisano – che porta il nome di due irriducibili nemici dei flussi migratori, la Bossi-Fini, costringe questi detenuti privi di un titolo di soggiorno a restare in Italia, ad attendere di avere abbastanza denaro per potersi pagare un altro viaggio, lontano da noi”. Grande la soddisfazione del sindaco Pompeo D’Angola che ha lanciato la candidatura di Sant’Andrea a Capitale della cultura 2027
Il 22 agosto si inizia alle 18.00 con il consolidato appuntamento del salotto letterario, in modalità Book Speed Date. Moderati da Paolo Farina, ci saranno Isabel Cardellicchio, Vera Mocella, Stefania Zarra e Carmine Ziccardi. Tutto in Largo Abbruzzese come le presentazioni successive. Ed allora Stefano Maiolica con “Il sole in valigia”, intervistato da Antonio Scolamiero alle ore 18.45; Carmine Pinto con “Il brigante e il generale”, presentato da Salvatore Biazzo alle ore 19.30; Andrea Covotta, intervistato da Franco Genzale, con “Politica e pensiero – Storie e personaggi dei partiti del Novecento” alle ore 20.15.
Alle 21:00 si proseguirà con il reading e l’ironia di Lorenzo Marone “Generazione X – Monologo semiserio di un cinquantenne impreparato”. E dopo le esibizioni dei musicisti nel centro storico, conclusione come l’anno scorso con il dj set di Vinyl Gianpy.