Rosa Bianco
Vincenza Monica, cittadina americana nata nel New Jersey a West Orange, porta con sé un’identità duplice, frutto della sua nascita negli Stati Uniti da genitori originari dell’Irpinia, emigrati negli anni Settanta alla ricerca di un futuro migliore. La sua storia, tuttavia, si distingue dalle consuete vicende di emigrazione verso l’America: Vincenza ha scelto di invertire la rotta. Circa vent’anni fa, ha lasciato gli Stati Uniti per stabilirsi con il marito, un giovane di Prata, in questo paesino dell’Avellinese, dove ha costruito la propria vita e la propria famiglia. La sua storia rappresenta così una singolare inversione di tendenza, un “ritorno alle origini”, che affonda le radici nella scelta di vivere l’amore e il senso di appartenenza in un piccolo borgo italiano, a dispetto del sogno americano.
Nel cuore di Prata, Vincenza ha aperto il suo salone di bellezza, chiamato “Americana Saloon Beauty”, un nome che già evoca la sua provenienza e il suo legame con gli Stati Uniti. È un luogo che coniuga le moderne tecniche americane per la cura dei capelli, con l’accoglienza tipica di una piccola comunità italiana e che rispecchia perfettamente la personalità della proprietaria. La competenza e la professionalità di Vincenza l’hanno resa un punto di riferimento per chi, come chi scrive, cerca qualità e attenzione per i dettagli. Il salone, da anni, soddisfa pienamente le esigenze dei suoi clienti, affermandosi come un esempio di imprenditorialità e passione portata dall’estero e radicata nella comunità locale.
Attualmente, Vincenza è in visita negli Stati Uniti per trascorrere del tempo con i suoi genitori. In questo contesto, alla domanda: “Cosa pensi della vittoria di Donald Trump e come mai, a tuo avviso, una parte della popolazione americana – in particolare quella del New Jersey, dove risiede la tua famiglia – ha scelto di sostenere l’ex presidente?”. – La sua risposta, improntata a una franchezza tipica delle persone che non hanno dimenticato le loro origini, rivela un quadro complesso e profondamente sentito delle dinamiche politiche attuali. – “Nel New Jersey Kamala Harris ha ottenuto la vittoria, ma nel mio contesto familiare e tra i miei amici, il voto è andato in maggioranza a Donald Trump. Le ragioni sono chiare e precise: l’America, in questi quattro anni di presidenza di Biden, è stata attraversata da una profonda crisi identitaria. Speriamo che Trump possa restituire la dignità nazionale, quell’orgoglio tipico di sentirsi americani che sembra smarrito. Negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno visto diminuire la loro autorevolezza sul piano internazionale e c’è chi spera, come noi, in un ritorno a una politica più bilanciata e solida” –
Vincenza racconta poi che sua madre, emigrata dall’Irpinia oltre cinquant’anni fa, ha vissuto un’America molto diversa da quella di oggi. “Quando i miei genitori arrivarono qui, il paese incarnava un ideale di benessere e sicurezza. Oggi, purtroppo, non è più così!”
“La situazione della sicurezza pubblica – racconta – è peggiorata sensibilmente e i controlli su chi entra nel paese sono insufficienti rispetto alle aspettative della popolazione. Per lei e la sua famiglia, Trump rappresenta una figura capace di “ripristinare l’ordine, tutelare la popolazione e garantire stabilità, sia a livello politico che economico.” Il loro voto esprime dunque un forte desiderio di cambiamento, una presa di distanza dalle politiche del suo predecessore.
La prosecuzione delle politiche dell’amministrazione Biden, incarnata dalla candidatura di Kamala Harris, è stata associata a difficoltà economiche, aumento dei prezzi e instabilità.
Anche nei dibattiti televisivi Harris, secondo la famiglia di Vincenza, ha mostrato una preparazione insufficiente, lacunosa e, talvolta, scarsa chiarezza sui temi cruciali. Trump, al contrario, ha dato risposte più concrete riguardo a questioni di forte attualità come l’immigrazione, il lavoro, l’istruzione e lo sviluppo economico. La fiducia in lui, per chi come la famiglia di Vincenza ha vissuto e lavorato in America per decenni, è un appello al ritorno di un paese in cui sentirsi protetti, orgogliosi e prosperi.
Queste parole, cariche di esperienza e nostalgia, evidenziano la complessità delle emozioni che circondano il voto americano, soprattutto per chi, come i genitori di Vincenza, è arrivato in America con un sogno e oggi si ritrova a fare i conti con una realtà che ha mutato volto.
La storia di Vincenza Monica, come tante altre esperienze di emigrazione e ritorno, dimostra quanto le dinamiche politiche e sociali siano intrecciate con le scelte personali e familiari. Il suo viaggio, che attraversa oceani e confini, rappresenta una riflessione sul cambiamento e sulla ricerca di un senso di identità e appartenenza in un contesto globale sempre più complesso. Come disse Albert Einstein, “Il mondo che abbiamo creato è un processo del nostro pensiero. Non può essere cambiato senza cambiare il nostro pensiero.” In effetti, la speranza di un cambiamento più profondo nelle politiche degli Stati Uniti risiede nella volontà di rinnovare la percezione di sé, sia a livello individuale che collettivo.