Grottaminarda – Finalmente, dopo l’ultima volta che è stato rimandato l’appuntamento, ecco Alessandro Dibattista che, nella cittadina ufitana, presenta il suo libro,”Democrazia deviata”, proprio nel giorno della elezione a presidente della Regione Campania di Roberto Fico.
Presso la sala da the, elegante ed accogliente, di Ciotola tantissime persone che hanno sfidato la pioggia per essere presenti all’incontro con l’ex deputato romano del movimento 5Stelle. Una interessante iniziativa dell’associazione Cripta Maynarda durante la quale”Dibba” ha risposto alle domande di tutti che, alla fine, gli hanno chiesto di un suo rientro in politica.”Ma è così – ha risposto – che la faccio”. Dopo il firmacopie, ha voluto rispondere ad alcune nostre domande.
Perché Democrazia deviata, Alessandro?
“Molte delle decisioni che impattano sulla vita delle persone sono prese altrove. Purtroppo è vero. Ad esempio per la guerra in Ucraina, la stragrande maggioranza degli italiani vorrebbe un accordo perché si uscisse. Prendendo atto della realtà anche sul campo. Invece la Comunità Europea, che la sostiene, compresa la Meloni, intendono continuare questa guerra per giustificare così un piano di riarmo che ci prenderà denari per farli poi finire nelle casse dei grandi fondi di investimento. Questo, allora, significa deviare la democrazia. Tanti cittadini, che hanno compreso tutto questo, poi smettono di votare”.
Che politica è, quella che hai lasciato e quella a cui stai assistendo adesso.
” Ho lasciato il Parlamento, non la politica. All’epoca lasciai il movimento cinque Stelle che aveva preso decisioni sulle quali non ero più d’accordo. Quello che dico oggi è molto simile a quello che dicevo quindici anni fa. Alcune convinzioni si sono rafforzate, come quella di dotare la nostra repubblica di maggiori strumenti di democrazia diretta, altrimenti i cittadini continueranno a disertare le urne”.
Oggi si è votato per il rinnovo del consiglio regionale della Campania. Ha vinto Roberto Fico, con largo margine su Cirielli del centrodestra.
“Gli faccio l’in bocca al lupo. Spero che lui possa far bene in questa coalizione molto eterogenea per la Campania”.
Scrivi reportage per il”Fatto Quotidiano” dalle aree più difficili del pianeta. Che mondo è quello che descrivi?
“Sono un reporter, non un giornalista. Anzi, dal punto di vista politico,l’ordine dei giornalisti andrebbe abolito. Comunque stiamo vivendo una catastrofe totale dove, forse, c’è un poco di speranza. Ne ho molta nei Paesi Brics invece che nell’Unione Europea. Mai avrei pensato che la Cina possa riequilibrare un mondo profondamente ingiusto: ebbene, però oggi lo penso. Dunque dal Sud del mondo ci sono, penso ai movimenti africani che combattono, quelli che mi danno fiducia. Non certo la Von del Lyen e i partiti, di destra e sinistra, che la sostengono”.
E in Italia che futuro ci aspetta?
“Non è più soltanto un problema di qui, ma dell’Europa. Non solo la politica democratica e demografica, ma proprio esistenziale. In cui i cittadini sono coinvolti in questo folle tentativo di trascinarci in guerra, ad esempio la prima guerra mondiale nessuno la voleva e poi è scoppiata. Bisogna, perciò, ribellarsi. Io faccio la mia piccola parte. E si può fare anche al di fuori delle istituzioni”.
Cosa vuoi dire alle persone che, in questa tornata elettorale, non hanno votato dando vita all’ennesimo forte astensionismo.
“‘Ho scritto nel mio libro le ragioni per le quali molte persone non votano. Non mi permetto di dare nessun messaggio. Io, tra l’altro, ho sempre votato però comprendo alcune scelte, però la situazione è molto grave. Pensate all’Europa, alle ultime elezioni sono andati a votare meno del cinquanta per cento. Perché votare, se ci pensate, l’unica grande istituzione democratica in Europa, cioè il parlamento, se poi non decide niente”.



