Da Antonio Scolamiero, membro del consiglio nazionale del Partito Democratico, riceviamo e pubblichiamo: “C’è una frase che pesa come un macigno nella recente dichiarazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni ‘L’Europa del Manifesto di Ventotene non è mia’. Una frase che non è solo un’opinione politica, ma un vero e proprio attacco ai valori fondanti dell’Europa e, più in generale, a quella parte di storia italiana che ha cercato di costruire un continente di pace e democrazia dopo gli orrori del fascismo”.
“Ventotene non è un luogo qualunque. È l’isola dove Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, nel pieno della Seconda guerra mondiale, immaginarono un’Europa libera dai nazionalismi, unita non più dalla sopraffazione ma dalla cooperazione tra i popoli. Il Manifesto di Ventotene non è un documento tra i tanti: è la base su cui si è sviluppato il sogno di un’Europa federale, contro il ritorno delle dittature e delle guerre”.
“Dire di essere “non mia” e come dire di essere “all’opposto “di questa visione, significa rifiutare il sogno europeo di Spinelli e dei padri fondatori dell’Unione. Significa smentire la stessa storia della Repubblica Italiana, che dalla fine del fascismo ha trovato nella costruzione europea una via per la stabilità e il progresso. Significa, soprattutto, abbracciare un’idea di nazione isolata, chiusa su sé stessa, incapace di vedere oltre il proprio confine”.
“Ma la presidente Meloni non è nuova a queste dichiarazioni. Il suo governo ha sempre mostrato un’ambiguità di fondo sull’Europa: da una parte, si dice europeista quando si tratta di ricevere fondi, dall’altra, strizza l’occhio a un sovranismo che in passato ha flirtato con l’idea di uscire dall’Unione. Ora, con questa affermazione netta, la maschera cade del tutto: non è solo una questione di strategia politica, è un rifiuto ideologico dell’Europa nata dalla Resistenza”.
“E qui sorge la domanda: se non Ventotene, quale storia immagina Giorgia Meloni per l’Italia? Se non l’Europa unita, quale destino immagina per il Paese? Un’Italia isolata, ripiegata su sé stessa, senza alleati se non quelli di comodo? La storia ha già dimostrato cosa succede quando il nazionalismo cieco prende il sopravvento: conflitti, instabilità e declino”.
“Meloni può rifiutare la storia di Ventotene quanto vuole, ma non potrà cancellarne l’eredità. L’Italia che crede nella libertà, nella cooperazione e nel progresso continuerà a guardare a quell’isola come alla culla di un’idea giusta e necessaria. Chi dichiara che l’Europa di Ventotene non gli appartiene e come dire di non riconoscersi nei valori fondanti della stessa Europa: la pace”.