«Le nuove norme relative al dimensionamento scolastico determinano un eccessivo vulnus per le aree interne e la nostra Irpinia è destinata a pagare in maniera estremamente penalizzante il depauperamento di servizi e di presìdi culturali e sociali che le Istituzioni scolastiche autonome rappresentano sul territorio»: è la Presidente della Città dell’Alta Irpinia Rosanna Repole a tracciare un bilancio delle conseguenze che i nuovi assetti scolastici potrebbero avere sulla vita delle comunità nei piccoli centri.
Con l’approvazione della Legge di Bilancio nazionale il parametro minimo per il mantenimento dell’autonomia scolastica passa da 500 a 900 alunni per scuola e così la più interna e periferica delle quattro Aree selezionate dalla Regione Campania nell’ambito della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) – ed afferente interamente alla provincia di Avellino – è costretta a fare i conti: «L’ambito territoriale dell’area comprende i 25 Comuni della parte sud-orientale dell’Irpinia e si estende su di una superficie complessiva è di 1.118 Kmq, con una popolazione residente al censimento 2011 pari a 64.386 abitanti ed una densità abitativa media attuale è di 56 abitanti/km2»: spiega ancora Repole, Sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi.
Che continua: «Il parametro minimo di 900 alunni fissato dalla legge di Bilancio non risulta applicabile ai nostri comuni, in gran parte tra i 1000 ed i 5000 abitanti, e per di più interessati da un significativo e drammatico decremento demografico, causato anche dalla mancanza e della progressiva diminuzione di servizi a beneficio dei cittadini. In più la maggior parte dei comuni irpini totalizza una popolazione studentesca addirittura inferiore ai 100 alunni, per cui necessiterebbe l’aggregazione forzosa di 8/9 comuni per costituire/conservare un’istituzione scolastica giuridicamente autonoma. Nelle aree interne il numero ottimale di alunni su cui parametrare le presidenze in deroga dovrebbe essere tra i 300 ed i 400 alunni».
In Campania si prevede un taglio di 110 autonomie scolastiche, per molti Istituti delle aree interne sarà difficile realizzare queste unioni forzate, con il rischio che molti dei plessi scolastici si troveranno costretti a chiudere. Ed è per questo che, di concerto con l’assemblea dei sindaci convocata in data 25/09/2023, la Presidente della Città dell’Alta Irpinia chiede alla Regione Campania di salvaguardare il più possibile la diramazione dei servizi essenziali sul territorio, rivedendo i parametri del dimensionamento scolastico, in base alla densità demografica delle aree montane.
«Gli accorpamenti – conclude Rosanna Repole – dovrebbero essere realizzati seguendo il principio dell’aggregabilità effettiva di altre istituzioni in area geografica contigua (nel raggio massimo di 20Km), tenendo conto della conformazione geografica delle aree interne e della percorribilità delle arterie nei mesi invernali, evitando l’accorpamento di Istituti scolastici che gravitino con le rispettive sedi in più di 6 differenti Comuni. È necessario per le nostre aree geografiche montane più periferiche, caratterizzate da ulteriori condizioni di isolamento, non creare dei vuoti nell’offerta formativa o, comunque, non costringere l’utenza alla mancanza di servizi amministrativi essenziali».