C’è indignazione e rabbia tra gli intellettuali irpini, all’indomani delle dimissioni del sindaco Gianluca Festa, dopo le inchieste sui condizionamenti degli appalti da parte dell’amministrazione. E’ lo scrittore Franco Festa, tra gli esponenti più battaglieri del Comitato ‘Salviamo la Dogana” a parlare “di un momento di drammaticità per la città che porta alla luce un sistema di gestione del potere, su cui la magistratura dovrà indagare. E’ come se si fosse rotta la bolla di apparenza e apparisse finalmente la realtà. Le responsabilità di Festa ci sono ma non sono solo sue, penso al campo largo che non riesce a trovare un candidato a causa di logiche impenetrabili, espressione di uno squallore senza fine. Assistiamo a insopportabili levate moralistiche, oggi appaiono tutti maestri di morale a destra, a sinistra e al centro, come se l’unico responsabile della cattiva amministrazione fosse Festa. E’ chiaro, invece, che queste dimissioni chiamano tutti alle loro responsabilità, a prese di posizioni concrete, ad un agire alto che guardi al bene della città. Non sopporto questo sdegno falso, d’accatto, in cui tutti si alzano a indicare lo stato di degrado e puntano l’indice contro l’amministrazione comunale, Festa non è nato dal nulla è il figlio del sistema di potere che ha governato fino ad oggi la città. Sono tanti gli episodi che potrei citare. Ad esempio, solo Gengaro chiese le dimissioni del sindaco di Monteforte,non indagato ma rinviato a giudizio.”Siamo convinti che dimostrerà la sua estraneità ai fatti” le parole a sostegno del segretario provinciale del PD Nello Pizza.
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