Rosa Bianco e Fiore Carullo
Stamattina al Polo Giovani di Avellino, si è scritta una pagina di grande valore nel dialogo educativo tra le istituzioni scolastiche e le nuove generazioni. L’incontro, organizzato dal Provveditore agli Studi Fiorella Pagliuca, ha messo al centro della riflessione i giovani, veri protagonisti di un cambiamento necessario e possibile.
Davanti a una platea di 250 studenti irpini, il messaggio chiave è stato chiaro: la trasformazione del mondo dipende dal coraggio, dalla responsabilità e dalla capacità di agire di chi oggi siede sui banchi di scuola.
Questo appuntamento ha avuto il merito di non limitarsi alla retorica. La presenza di Eugenia Carfora, dirigente scolastica dell’Istituto Morano di Caivano, ha incarnato la forza trasformativa dell’educazione. Commendatore della Repubblica per il suo straordinario impegno contro le logiche dei clan, la dirigente ha testimoniato come la scuola possa rappresentare un baluardo di speranza e un motore di riscatto nei contesti più difficili. La sua voce ha ricordato che il vero cambiamento nasce dalla capacità di ascoltare e di essere presenti, dalla volontà di affrontare con fermezza le fragilità di un sistema educativo messo alla prova dalle sfide globali.
Gli interventi dei giovani hanno arricchito la giornata, dimostrando che le nuove generazioni sono portatrici di idee innovative e di un desiderio autentico di contribuire al bene comune. I loro progetti digitali e le riflessioni condivise hanno offerto un esempio concreto di cosa significhi essere cittadini attivi e consapevoli.
L’evento si è concluso con un gesto emblematico: la premiazione delle studentesse che, con un atto di virtù morale, hanno restituito un portafoglio smarrito. Maria Libera, Asia e Carla, giovani studentesse della classe Prima B dell’IS De Gruttola di Ariano Irpino, accompagnate dalla dirigente scolastica Tiziana Aragiusto e da una rappresentanza degli studenti di Ariano, sono state conferite tre targhe, perché con la loro azione semplice e potente, hanno dimostrato che i valori di onestà e solidarietà sono alla base di ogni società civile.
A margine dell’incontro abbiamo posto alcune domande cruciali sui temi della scuola, trattati oggi, alla Dirigente Scolastica di Caivano Eugenia Carfora.
Lei ha dimostrato concretamente come la scuola possa rappresentare un faro di speranza anche in realtà segnate dalla presenza dei clan. Quali strategie e valori considera imprescindibili per coinvolgere i giovani in territori fragili, rendendoli protagonisti di un cambiamento positivo?
Essere presenti ogni giorno è fondamentale, ma ancor più importante è essere un punto di riferimento. Gli studenti ci osservano: spetta agli adulti dimostrare di essere all’altezza della situazione. Non possiamo aspettarci che siano i ragazzi a promuovere il cambiamento; al contrario, chi ha esperienza deve metterla a disposizione con il cuore e una visione chiara.
In che modo ritiene che la scuola possa affrontare il crescente senso di solitudine, amplificato dall’era tecnologica, trasformandosi in un luogo di ascolto e relazione?
La scuola è e deve rimanere relazione: non può dirsi tale se non c’è un incrocio di sguardi, un riconoscimento reciproco. Non possiamo ignorare le tecnologie, ma dobbiamo padroneggiarle. Oggi più che mai abbiamo bisogno di confronto, incontro, curiosità e ricerca-azione, così da utilizzare le tecnologie con consapevolezza e scelta, anziché subirle come imposizioni.
La sua esperienza rappresenta un esempio straordinario di coraggio e dedizione. Quali sono i messaggi principali che desidera trasmettere agli studenti durante questa giornata?
Di non mollare mai. Ogni luogo, ogni borgo può migliorare, se si comprende il valore e le potenzialità del posto in cui si vive.
In Irpinia, come in altre zone interne, il problema dello spopolamento è particolarmente sentito. Quale ruolo può giocare la scuola nel promuovere l’amore per il territorio e contrastare l’esodo dei giovani talenti?
Da circa 20 anni lavoro su un progetto che punta a creare una rete: la rete dei borghi e delle periferie. Questa rete deve essere il motore per valorizzare i talenti e favorire una delocalizzazione positiva, restituendo il potere ai giovani nelle comunità locali. È un sogno che sto coltivando anche grazie alla collaborazione con fondazioni internazionali. Ne parlo con i ragazzi, perché diffondere queste idee genera entusiasmo e speranza. Credo che parlare di possibilità sia già un primo passo verso il cambiamento.
Secondo lei, come si può creare una rete educativa più forte e collaborativa tra scuola, famiglie e comunità per combattere la povertà educativa in alcune zone del nostro paese?
La povertà educativa si combatte con una formula essenziale: liberare la scuola dalla politica. La scuola deve diventare una zona franca, un luogo in cui le idee migliori possano entrare per valorizzare il talento dei nostri ragazzi. L’obiettivo non è solo preparare al futuro, ma permettere loro di vivere al meglio il presente.
E naturalmente alcuni quesiti fondamentali sono stati posti al Provveditore agli Studi di Avellino Fiorella Pagliuca, che è stata l’ideatrice e l’organizzatrice dell’ incontro di oggi
Quali sono le principali sfide che la scuola deve affrontare oggi per combattere il disagio giovanile e la solitudine in un’epoca dominata dalla tecnologia?
La scuola si trova ad affrontare sfide di portata straordinaria in un mondo in continua trasformazione, in cui la tecnologia ha modificato profondamente i rapporti sociali e la percezione di sé. È essenziale creare un ambiente scolastico che sappia ascoltare, accogliere e comprendere i giovani, mettendo al centro i loro bisogni e le loro emozioni. Personalmente, sono sempre stata ispirata dal mondo giovanile: i ragazzi ci insegnano a guardare la realtà con occhi nuovi e a capire quali strumenti educativi siano necessari per accompagnarli nel loro percorso di crescita. Una scuola efficace deve riuscire a contrastare isolamento e disagio, favorendo relazioni autentiche e promuovendo un clima di fiducia reciproca.
Come è nata l’idea di organizzare questa giornata di dialogo e orientamento al Polo Giovani di Avellino e quali sono gli obiettivi principali che si spera di raggiungere?
L’idea nasce dal desiderio di trasformare la scuola in un luogo speciale, in cui ogni studente possa sentirsi accolto, valorizzato e protagonista. Con 25 anni di esperienza nel mondo dell’educazione, il mio obiettivo è costruire una scuola capace di essere un punto di riferimento per ciascun giovane, senza alcuna distinzione o esclusione. Questa giornata di dialogo e orientamento al Polo Giovani di Avellino vuole essere uno spazio per ascoltare i ragazzi, per creare connessioni autentiche e per aiutarli a immaginare il loro futuro. Ci proponiamo di coltivare un senso di appartenenza e di comunità che renda ogni studente consapevole del proprio valore e del proprio potenziale.
Il coinvolgimento diretto degli studenti è centrale in questo evento: come ritiene che tale protagonismo possa contribuire a formare cittadini attivi e consapevoli?
Credo fermamente che il protagonismo degli studenti sia fondamentale per la loro formazione come cittadini responsabili e consapevoli. La scuola deve diventare un luogo dove l’ascolto, l’interazione e la partecipazione attiva siano alla base del processo educativo. Questo significa offrire ai ragazzi spazi in cui possano esprimersi liberamente, confrontarsi con gli altri e sviluppare un senso critico. È una missione che sento profondamente: aiutare i giovani a credere in sé stessi, a costruire sogni e a trovare la forza per realizzarli. Quando i ragazzi sono ascoltati e coinvolti, scoprono di avere il potere di incidere sul mondo che li circonda, diventando cittadini impegnati e motivati.
La presenza della Dirigente Eugenia Carfora è un momento significativo della giornata. Quali messaggi spera che i ragazzi possano trarre dalla sua testimonianza?
La testimonianza della Dirigente Eugenia Carfora rappresenta un’opportunità unica per i ragazzi. Il suo esempio di dedizione e resilienza, costruito nel contesto difficile di territori come Caivano, può essere una fonte di ispirazione per tutti. Mi auguro che i giovani possano cogliere il valore di un approccio educativo coraggioso e innovativo, che mette al centro il riscatto sociale attraverso l’istruzione. La sua presenza dimostra che la scuola può essere un motore di cambiamento, anche nelle situazioni più complesse, e spero che i ragazzi ne siano contagiati, traendo energia e determinazione per affrontare le proprie sfide.
Guardando al futuro, quali ulteriori iniziative o progetti l’Ufficio Scolastico Provinciale intende promuovere per rafforzare il dialogo tra scuola, studenti e territorio?
Stiamo lavorando attivamente su diverse iniziative per rafforzare il legame tra scuola, studenti e comunità. Ad esempio, domani è previsto un appuntamento presso l’ex carcere borbonico di Avellino in collaborazione con le ASL, un’opportunità per approfondire temi legati al benessere e alla salute giovanile. Inoltre, il 26 novembre al Teatro Gesualdo si terrà un evento in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, un tema di grande rilevanza che richiede sensibilizzazione e impegno da parte di tutti. Queste iniziative sono solo alcuni dei progetti in corso, con l’obiettivo di creare una scuola sempre più aperta, inclusiva e capace di dialogare con il territorio.
In un’epoca dominata dall’individualismo e dalla tecnologia, l’ incontro di Avellino, organizzato dal Provveditore Fiorella Pagliuca, ha lanciato un messaggio chiaro: il futuro si costruisce nel dialogo, nella partecipazione e nella responsabilità condivisa. La scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma un laboratorio di umanità, dove si impara a vivere insieme. La sfida, ora, è mantenere viva questa scintilla.