Da sempre costretta a convivere con la bellezza estremamente fragile del suo territorio, Atrani si ritrova ancora, a 13 anni dall’alluvione che la travolse trascinando con sé due vite e tutte le certezze con cui fino a quel momento aveva affrontato il problema del dissesto idrogeologico, senza quelle opere “indifferibili ed urgenti” indispensabili per la mitigazione del rischio.
Dopo la recente interrogazione parlamentare del Sen. Mazzella, l’Amministrazione comunale ha inviato due note agli Enti sovracomunali, a partire dalla Presidenza del Consiglio, per chiedere che venga garantita la possibilità di mettere in sicurezza il borgo realizzando pienamente gli interventi previsti sin dal 2010.
Risale a 13 anni fa, infatti, anche lo stanziamento dei fondi per il “Miglioramento delle caratteristiche di stabilità e sicurezza del territorio” circa gli interventi sui costoni rocciosi, vitale per proteggere l’abitato di Atrani dagli effetti delle frane dovute soprattutto alle prime piogge autunnali; fondi che adesso non risultano più sufficienti ed eseguire completamente gli interventi a causa dell’aumento dei prezzi delle lavorazioni previste. L’Amministrazione comunale ha quindi richiesto un necessario supporto finanziario aggiuntivo rispetto ai fondi inizialmente previsti per eseguire gli interventi in maniera completa e proteggere adeguatamente il borgo.
Contestualmente, è stato sollecitato il finanziamento per la realizzazione dello scolmatore di piena nell’alveo del torrente Dragone. Il progetto, già incluso nel sistema ReNDIS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) dal 2017, sembra essere sfuggito alle priorità di Regione e Ministeri competenti. Per Atrani, invece, si tratta di un’opera fondamentale per garantire la sicurezza a lungo termine e l’incolumità di quanti lo abitano e vi sono ospitati, non soltanto nella stagione estiva.
L’Ufficio Tecnico del Comune di Atrani, in attesa di un riscontro fattivo alle note inviate, ha nel frattempo indetto una conferenza dei servizi decisoria per quanto riguarda i due progetti fondamentali per la sicurezza del borgo più piccolo d’Italia: quello che riguarda gli interventi di messa in sicurezza dei costoni rocciosi, sia dal lato Amalfi che dal lato Ravello e Scala, e quello circa il progetto per migliorare il deflusso delle acque del torrente Dragone. Entrambe le progettualità hanno percorso un lungo iter, grazie all’impiego anche di altre figure professionali a supporto dei tecnici comunali; attendono ora di avere i pareri necessari e il nulla osta definitivo proprio da questo importantissimo tavolo tecnico che si spera possa diventare, in piena sinergia con gli enti sovracomunali, un punto di svolta per contrastare gli effetti del dissesto idrogeologico ed evitare altre tragedie annunciate, come quella del 2010.