Non accennano a spegnersi le polemiche sul presepe di don Vitaliano Della Sala che aveva posto due Madonne nella grotta accanto al Bambino Gesù, nella Natività allestita nella chiesa di Capocastello, per ribadire la necessità da parte della stessa Chiesa e dello Stato di accogilere differenti modi di essere famiglia che andasse al di là di quella tradizionale. Dopo le prese di posizione della politica, con gli esponenti di destra pronti a definirlo blasfemo, sottolineare come la scelta di don Vitaliano snaturi l’essenza della tradizione del presepe, che si fa racconto di una storia don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano “Caro don Vitaliano, caro confratello nel sacerdozio – scrive don Patriciello – si può e si deve discutere di tutto. Dobbiamo allargare il cuore e la mente fino a lacerarli. Avendo però sempre rispetto per l’intelligenza, la sensibilità e la fede del popolo di Dio. “ Quella” famiglia nel presepe ci è cara. Tanto. Troppo. Racconta una storia. Per chi crede, quel Bambino è figlio di Dio. Siamo all’origine di una storia millenaria. E non solo di fede. A nessuno – in particolare a un prete – è dato di manometterne – arbitrariamente – il significato e la struttura. In appositi contesti discuteremo di altro. Nessun veto. Nessuna paura. Nessuna inibizione. Nessuna esclusione. La Chiesa – lo sai bene – non ha nemici. Ritorna sui tuoi passi. Cerca di fare un piccolo atto di umiltà. Chiedi scusa. Togli la statuetta aggiunta e rimetti san Giuseppe al suo posto. Gli compete di diritto”.
A ringraziare don Vitaliani è, invece, Antonio De Padova di Apple Pie “Essere accanto a quest’uomo, mi rende orgoglioso e sereno perché ho accanto un uomo che con coraggio porta avanti un’idea di chiesa in evoluzione ed in rivoluzione. Una chiesa che include e non esclude, una chiesa fatta di realtà e concretezza. Grazie don, con te mi sento sicuramente meno solo nella lotta per il riconoscimento dei nostri sacrosanti diritti”.
E nella giornata di oggi San Giuseppe è tornato al suo posto, accanto alle due mamme, una delle quale indossa un abito arcobaleno con tanto di scritte “presepe blasfemo” e “presepe in allestimento”. Una scelta, quella di Vitaliano, per accontentare le anziane della comunità senza rinunciare alla forza del messaggio da lui lanciato, includere e non discriminare