E’ custodita da ieri in una sala del Museo del Risorgimento, presso il Carcere Borbonico di Avellino. la donazione Grella, acquisita in occasione del 163esimo anniversario dell’unità. A comporre la donazione ritratti dipinti a olio risalenti al XVIII-XIX secolo, documenti a stampa (1820-1821), arredi e infine atti e documenti risalenti al XVIII-XIX secolo, provenienti dalla collezione della storica famiglia baronale di Sturno che ha rivestito un ruolo decisivo nella vita del paese e della provincia. E’ Giovanna Silvestri del Museo Irpino a sottolineare come “Per i musei di provincia diventa difficile accrescere il proprio patrimonio, di qui il valore importante delle donazioni”. E’, quindi, il sindaco Vito Di Leo a spiegare come “La famiglia Grella è stata importantissima nella storia della comunità. Non è un caso che il palazzo baronale sia diventato uno dei simboli di Sturno. Decisivo il contributo offerto al percorso che consentirà al comune di ottenere l’autonomia amministrativa. Avevamo immaginato di accogliere la donazione in un nostro spazio museale a Sturno ma siamo contenti che la memoria della famiglia continui a vivere nella cornice del Museo irpino”. A rappresentare la famiglia, uno degli eredi Edoardo Grella “Questa donazione nasce dalla volontà di restituire piena dignità alla famiglia, i cui esponenti hanno dato lustro al paese. Dal barone Eduardo Grella che nel 1861 è stato deputato al primo parlamento italiano ad Angelo Marino Grella, ufficiale di cavalleria di Murat, senza dimenticare il barone Federico Grella che nel 1816 fu eletto deputato nel Regno delle due Sicile. La storia della nostra famiglia è fatta anche di aneddoti e piccoli episodi che si intrecciano con la grande storia. Nel 1809 Sturno chiedeva con forza l’autonomia e Murat inviò un consigliere per verificare lo stato delle cose, in quell’occasione l’intervento della famiglia Grella fu probabilmente decisivo per la nascita del comune. O ancora nel 1943 Sturno fu occupata dalle truppe naziste e la nostra famiglia costretta a lasciare il palazzo, mio nonno mi raccontava che vollero organizzare una cena invitando i rappresentanti dell’esercito tedesco e chiedendo loro di allontanare le truppe del paese. E i tedeschi si allontanarono. Il Palazzo baronale fu anche sede della guardia nazionale piemontese antibrigantaggio”.
A confrontarsi nel corso del dibattito Mariano Nigro, direttore del Comitato di Avellino, Ermanno Battista, vicedirettore del Comitato di Avellino, Francesco Barra, professore ordinario di storia moderna presso l’Università degli studi di Salerno. E’ il professore Francesco Barra a sottolineare il valore dell’ “archivio familiare dei Grella per ricostruire la storia economica sociale, a cui si affiancano i quadri storici, a partire da quelli realizzati dal pittore Volpe e dedicati ai membri del nucleo familiare. La donazione va a colmare un vuoto esistente nella conoscenza storica. Furono due gli esponenti della famiglia eletti in Parlamento, il primo nel 1848, il secondo nel primo parlamento italiano dal ’61 al ’70”.
A Battista il compito di illustrare il ruolo centrale svolto dalle classi dirigenti meridionali “I Grella erano una famiglia liberale e umanistica che ha contribuito allo sviluppo del territorio”. Mentre Nigro ripercorre il ruolo cruciale dell’Irpinia nei moti del Rsorgimento: “Questa donazione rappresenta un’occasione importante per riaccendere i riflettori sulla sezione del Rosorgimento e sensibilizzare su un momento storico fondamentale della storia dell’Irpinia, protagonista dei moti del 1820 ma capace di offrire il proprio contributo anche con figure come De Sanctis e Mancini”.