di Rosa Bianco
In un tempo in cui la politica appare spesso svilita a mera contesa comunicativa, appiattita su logiche di consenso immediato e priva di radici culturali profonde, emerge con forza l’urgenza di restituirle il suo respiro originario: quello della formazione, della riflessione, della coscienza critica. È da questa esigenza che è nata la Scuola di Educazione Politica, diretta dall’ insigne prof Franco Vittoria, non come esercizio teorico, ma come laboratorio vivo di cittadinanza consapevole e progettualità democratica.
Educare alla politica significa sottrarsi alla superficialità dominante, significa creare spazi in cui interrogarsi sul senso del potere, sulla responsabilità pubblica, sulla costruzione collettiva del destino comune. Significa, in definitiva, formare menti libere e cuori impegnati, in grado di orientarsi nella complessità del mondo senza cedere al cinismo o alla rassegnazione.
In questa prospettiva sabato 10 maggio, alle ore 9:30, a San Pietro a Cesarano, Mugnano del Cardinale, si inserisce la quinta lezione della Scuola con la Lectio Magistralis “Che cos’è la politica” dell’On. Goffredo Bettini, una delle voci più autorevoli del panorama politico italiana, figura che incarna una rara sintesi tra pensiero e azione, tra militanza e visione. A introdurre l’incontro sarà il Prof. Franco Vittoria, Direttore Scientifico della scuola e docente di Storia delle Istituzioni politiche all’Università degli Studi di Napoli Federico II, studioso del pensiero democratico e instancabile animatore del dialogo tra sapere e cittadinanza, segno della stretta connessione tra accademia e impegno pubblico. In una società attraversata da urgenze globali e inquietudini locali, riflettere su “che cos’è la politica” non è esercizio accademico, ma un imperativo morale.
L’ On. Bettini ha attraversato la storia della Repubblica non come spettatore, ma come intellettuale organico, come costruttore di senso e di futuro. La sua lezione non sarà solo un atto accademico: sarà una esperienza civile, un gesto pedagogico, nel senso più alto del termine.
In lui la politica non è mai stata ridotta a gestione dell’esistente, ma intesa come tensione etica, come luogo dell’umano, come pratica di liberazione e coesione. È questo insegnamento – profondo, generoso, inquieto – che la Scuola vuole trasmettere a una nuova generazione di cittadini e cittadine, capaci di pensare con autonomia e agire con responsabilità.
La Scuola di Educazione Politica si propone dunque non come luogo chiuso, ma come spazio aperto, dove il sapere incontra la realtà, dove la tradizione si fa seme per il cambiamento. È una accademia civile, che guarda al futuro della democrazia con la consapevolezza, che non esiste politica degna senza cultura politica, né partecipazione autentica senza conoscenza.
Non è un ritorno al passato, ma una scommessa sul domani. Un domani che non può essere costruito senza radici, senza pensiero, senza l’audacia della formazione. Ecco, in questo tempo incerto, la Scuola rilancia un’idea forte e semplice: la politica si impara, si coltiva, si sceglie. Come vocazione e come destino.