Ventisei sindaci scrivono, alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico, al ministro dell’istruzione Valditara. La crisi idrica è, infatti, il tema posto all’attenzione.
Dal primo cittadino di Montefredane a quello di Pietradefusi, Santa Paolina, Grottolella, Petruro Irpino, Solofra, Ospedaletto d’Alpinolo, Montemiletto, Paternopoli, Altavilla, San Potito Ultra, Mercogliano, Parolise, Montefalcione, Venticano, Pratola Serra, Fontanarosa, Castelbaronia, Conza della Campania, Sturno, Salza Irpina, Manocalzati, Quadrelle, Flumeri, Santa Lucia di Serino e Forino.
Tutti preoccupati per quello che potrebbe essere come gli anni precedenti: chiusura continua delle scuole per mancanza della risorsa idrica.
Cosa che comporterebbe disagi non solo ai sindaci, ma agli stessi bambini e alle famiglie. La lettera inviata al ministro è, in qualche modo, riassunto in un video del sindaco di Montefredane, dove tra l’altro c’è stato un consiglio comunale in cui è stato decretato lo stato di emergenza, Ciro Aquino.
“Basta – così apre il suo intervento – Non possiamo penalizzare studenti, famiglie e corpo docenti. Dobbiamo trovare una soluzione”. Quindi si rivolge a Valditara”persona responsabile, attento, vicino ai piccoli Comuni” per chiedere”un contributo speciale per l’acquisto di strumenti più idonei per assicurare l’acqua corrente per le lezioni. Per non interromperle continuamente e per non fare ordinanze tutti i giorni”.
Aquino continua dicendo che la scuola deve essere una priorità.”Non possiamo abbandonarla, chiuderla per mancanza di risorsa idrica”. Un accorato appello, questo di ventisei sindaci di altrettante comunità che, ormai da anni, si trovano a combattere con questo problema. E proprio oggi che per l’ennesima volta novantuno Comuni, di Irpinia e Sannio, fanno i conti con la mancanza di acqua nelle case. Pur accogliendo”con rispetto”la nota congiunta rivolta al titolare del ministero dell’istruzione, la richiesta di dotazione di serbatoi e autobotti nelle scuole, il Comitato “Uniamociperl’acqua” e’ convinro che “non risolve il problema”.
Reti idriche fatiscenti ed obsolete “che disperdono il sessanta per cento dell’acqua, una gestione che rinvia scelte strutturali”. Il Comitato è preoccupato perché possa limitarsi ad essere”una misura tampone”. Bisognerebbe, invece, fare”una battaglia comune – continua”Uniamoci per l’acqua”- per un piano straordinario del rifacimento delle reti, finanziato con risorse nazionali ed europee. Con un progetto serio e duraturo”. Il Comitato sottolinea che”e’ inaccettabile che studenti, famiglie e personale debbano subire chiusure continue”