L’iniziativa contro i rubinetti a secco ha coinvolto già 56 sindaci, assicura il primo cittadino di Ariano, Enrico Franza che chiede l’istituzione di un Commissario Straordinario per l’Irpinia e di un fondo finanziario appositamente per i comuni della Provincia di Avellino.
“Intendo coinvolgere ogni cittadino in questo percorso. L’acqua non è solo una risorsa, ma un diritto garantito”. Attraverso un video sui social Franza sottolinea come la sua cittadina, e tutte le comunità irpine, stiano vivendo “un disagio intollerabile e anacronistico. Vivere nel 2024 e subire senza alcuna programmazione la chiusura dell’erogazione dell’acqua è qualcosa che ci porta cento anni indietro”.
Quello che da mesi stanno dicendo tutti. Ma i rubinetti delle case per la maggior parte della giornata sono ancora chiusi. Franza non cerca i responsabili. Anche perché “lo siamo tutti: istituzioni, Alto Calore, anche i Comuni sono parte in causa di una mancata programmazione protrattasi, colpevolmente, negli ultimi quaranta anni”, dice il sindaco.
“Il tema – continua -è quali soluzioni approntare? Innanzitutto pianificare e programmare interventi strutturali che ci consentano di sostituire una rete idrica che fa acqua da tutte le parti, fatiscente, che qui ad Ariano risale al 1938”.
Ma è un problema che riguarda tutta la provincia di Avellino e Benevento. E, quindi, parla dell’impegno dei suoi colleghi primi cittadini. Franza, infatti, si è fatto portavoce presso tutti quelli dell’Irpinia, di una iniziativa.
“Finalizzata a chiedere un incontro alla cabina di regia per la crisi idrica, figura istituita con decreto legge l’anno scorso, presso il Consiglio dei ministri, nel quale portare il grido di dolore delle nostre comunità”.