Doveva tenersi a Montecitorio, il sit in dei sindaci, dieci irpini e uno sannita, che ieri sono stati nella capitale per l’ennesima volta a sottolineare lo stato di crisi idrica delle due province. Invece si è svolto tutto davanti al Ministero delle Infrastrutture. E, poco dopo mezzogiorno, c’è stato l’incontro con il sottosegretario Ferrante. Presente anche una delegazione del Comitato”Uniamoci per l’acqua” che, stamattina, scrive:
“I sindaci presenti sono stati 11 su 183.
Quelli di Ariano Irpino, Solofra, Pietradefusi, Calitri, Montoro, Atripalda, Conza, San Potito Ultra, Mercogliano, San Giorgio del Sannio, Montefredane.
Con loro c’eravamo anche noi del Comitato”Uniamoci per l’acqua”. L’incontro, che si è svolto non dentro alle austere stanze del ministero ma all’esterno, sulle scale, ha permesso la partecipazione della delegazione.
“Ma dice anche molto sul livello di attenzione che ancora viene riservato ai territori che restano senz’acqua ogni sera – continua il comitato -.
Prima di parlare col Governo abbiamo detto ai sindaci, guardandoli in faccia:
questa giornata deve essere l’inizio di un percorso e non una passerella;
serve una assemblea plenaria di tutti i sindaci per costruire una piattaforma comune;
quella piattaforma deve chiedere:
fondi nazionali per rifare le reti e digitalizzarle;
la gestione pubblica dell’acqua;
un eventuale commissariamento a termine, che non apra la porta alle privatizzazioni”. E, sopratutto, hanno chiesto ai primi cittadini presenti”di smetterla di presentarsi a Roma con il cappello in mano.
I sindaci sono quelli che vanno a chiedere i voti per Regione e Parlamento:
devono farsi rispettare e pretendere che la loro gente abbia l’acqua nei rubinetti”.
Mentre al sottosegretario Ferrante è stato detto”con chiarezza. Campolattaro non serve a niente se l’acqua continua a perdersi per strada.
Il problema vero sono le reti, che buttano via fino al 70% dell’acqua.
Il Governo ha parlato di miliardi, piani nazionali, fondi FSC e cabina di regia con la Regione.
Bene. Ma non ha messo ancora sul tavolo una data, una cifra precisa, un impegno scritto per rifare le nostre condotte”. Quello di ieri, per”Uniamoci per l’acqua ” è stato”un passo in avanti, la crisi idrica è arrivata davanti al Mit”. Ma anche un segno.”Senza una mobilitazione più ampia dei sindaci e dei cittadini tutto rischia di finire in un’altra foto di rito”. E il comitato continua la sua lotta Non si ferma e chiede ancora:”Una data certa per la cabina di regia Governo–Regione–Comuni;
un’assemblea pubblica dei 183 sindaci;
fondi veri per le reti, come chiede l’ordine del giorno già approvato dal Parlamento.
Perché senza acqua nei rubinetti, in Irpinia e nel Sannio, non c’è né Natale, né sviluppo, né “aree interne” che tengano”.



