Se tutto va bene, c’è ancora da soffrire. Al momento attuale è la situazione in cui si trova l’Alto Calore. E non c’e’ nemmeno da stare allegri. Almeno a stare a sentire i numeri che ha snocciolato il direttore generale dell’ente di Corso Europa, Andrea Palomba, durante la riunione con i sindaci e il sottosegretario al Cipes, Alessandro Morelli, voluta fortemente dall’amministratore unico dimissionario Antonello Lenzi. Il video wall con il quale bisogna fare i conti, infatti, non è certo confortante. E lascia i dubbi che già si avevano. Non piove, e questo ha ridotto del cinquanta per cento la portata negli ultimi dieci anni, il settanta per cento delle perdite di rete. Poi Cassano che, rispetto ai 220 litri complessivi, ha un deficit di 95 litri al secondo. Palomba ha, comunque, voluto sottolineare come Alto Calore è riuscito a metterci una pezza, in ogni senso, con le interruzioni notturne. Ma le reti fatiscenti e obsolete che vanno non riparate ma rifatte daccapo? Le interruzioni notturne, che poi sono per quasi tutto il giorno in tutti i Comuni irpini, e sanniti, basteranno? Ha segnato, nel video wall, le sorgenti della Lavandaia e del Fascio, a Montella, che una volta davano acqua e oggi sono a secco. La soluzione, come hanno chiesto il Comitato”Uniamoci per l’acqua”, e i sindaci presenti, a Morelli è quella di investimenti straordinari del Governo che devono garantire il diritto all’acqua, un bene pubblico per il quale è stato indetto, nel 2011, un referendum popolare. Sancito dalla vittoria di chi voleva farla restare tale. Ma i cui effetti non si vedono. Morelli, intanto, ha assicurato che la prossima settimana incontrerà il commissario straordinario per l’emergenza, Dell’Acqua, e spera che per il prossimo mese di dicembre si possa trovare, davvero, una soluzione.”Convocheremo la cabina di regia – dice, ai giornalisti, il sottosegretario -. Io stesso porterò in quella sede il caso. Studieremo un piano pluriennale perché, purtroppo, nessuno ha la bacchetta magica per trovare una soluzione immediata. Entro i prossimi cinque anni – assicura Morelli – bisognerà per forza trovarla in quanto dura da decenni. Sia dal punto di vista finanziario che societario. Perché bisognerà modificare quello che non è andato bene in questi anni”