“E’una situazione difficile, che pensiamo di poter reggere se abbiamo la possibilità di non scendere a Cassano oltre i 900 litri al secondo. Arrivati a settembre, se ci sarà inversione climatica la situazione sarà più sostenibile, se non ci sarà una inversione climatica, come l’anno scorso, allora oltre alla governance che e’ in capo all’ Ente Idrico Campano, sarà necessario anche un intervento del Governo”. L’amministratore unico di Alto Calore Antonello Lenzi ha spiegato così quello che ci aspetta nei prossimi giorni e a partire da settembre, a margine del confronto pubblico promosso a Summonte su richiesta del sindaco Ivo Capone.
La guida dell’ente di cortso europa ha ribadito che la questione centrale resta la carenza di risorse idriche: “Lo diciamo da tempo. La disponibilità delle sorgenti è quella che è. Se da un lato si garantisce un’area, inevitabilmente se ne penalizza un’altra. Serve un approccio razionale, senza intenti punitivi, ma con l’obiettivo di supportare amministrazioni, territori e popolazioni”.
Nel corso dell’incontro è stato affrontato anche il caso specifico di Summonte. “Oggi Alto Calore è chiamato a fornire risposte, tecniche e relazionali. Summonte ha sollevato il problema perché lo sta vivendo in prima persona. Ne siamo consapevoli”, ha affermato Lenzi. “Siamo qui per ascoltare le richieste e valutare possibili interventi operativi che possano migliorare la situazione. Molte attività sono già in corso”, ha concluso.
L’emergenza idrica che da anni condiziona la vita nei Comuni della provincia di Avellino produce anche ricadute negative anche sui territori al di fuori dell’Irpinia. Per fronteggiare il calo di portata registrato presso l’Acquedotto del Serino, la Regione Campania è stata costretta a definire una intesa con il Lazio per una fornitura provvisoria di 600 litri al secondo da destinare alla città di Napoli, che registra problemi anche sul versante dell’Acquedotto Campano. È la prima volta in 140 anni che da Serino non si riesce a garantire la quota stabilita.
Intanto nonostante l’Irpinia sia in ginocchio, con territori da giorni senz’acqua, l’Alto Calore procederà ad un aumento del trenta per cento le tariffe. Giovedì 8 agosto i Sindaci del Distretto Calore Irpino, il giorno successivo l’Ente Idrico Campano che riunisce l’Esecutivo, daranno il via libera definitivo allo schema regolatorio fino al 2029. con l’aumento del 9,95 all’anno fino al 2027 delle bollette dell’acqua nei comuni gestiti dall’ente di corso Europa.Si tratta di un passaggio fondamentale, che completa il percorso di rilancio aziendale, avviato con la presentazione del piano concordatario al tribunale di Avellino, prima dell’affidamento del servizio idrico integrato da parte della Regione Campania E con questo passaggio Alto Calore potrà finalmente investire le risorse regionali per ridisegnare efficientandoli i servizi di captazione, adduzione, distribuzione di acqua, fognatura e depurazione. Questo schema sblocca il piano degli investimenti accordati dalla giunrìta regionale della Campania per ridurre le perdite idriche e far uscire l’Irpinia dall’emergenza. In cantiere subito andranno 140 milioni per le reti – in progettazione -, a cui si aggiungono i 50 milioni di ristori pagati dalla Puglia. Un’approvazione, quella dello schema regolatorio, decisa dalla dirigenza del gestore idrico irpino, per “riequilibrare sul piano finanziario l’ente, ma anche per migliorare il servizio e la sua qualità”.