Ne hanno parlato, una delle prime volte, in un convegno in quel di Sturno già qualche tempo fa. Il sindaco Vito Di Leo aveva invitato sindaci, parlamentari e, ovviamente, dirigenti dell’Alto Calore. La ormai celebre condotta adduttrice Dn 800, che si snoda lungo i Comuni di Castelfranci, Villamaina e Gesualdo, ma la cui portata dovrebbe servire, il condizionale è fortemente d’obbligo, trentatré Comuni irpini e qualcuno anche del Sannio. Quello era stato l’argomento dell’incontro. Si è rotta, da allora, almeno altre tre volte. Ed i Comitati, soprattutto quello di”Uniamoci per l’acqua” sta perdendo la voce. Tante volte ha parlato di quella condotta adduttrice che, a questo punto, deve essere sostituita e non riparata. E, appunto, il Comitato Civico, guidato dall’avvocato Mariangela Grasso, ha reiterato attraverso una nota formale la richiesta di informazioni, alle autorità competenti, sullo stato della Dn800. Naturalmente con urgenza e trasparenza. E chiede,”Uniamoci per l’acqua”, a che punto sono gli interventi annunciati sulla condotta adduttrice. Una domanda che, evidentemente, comprende la risposta. In quanto, il Comitato, pensa che in merito non sia stato fatto nulla. Un intervento che prevederebbe la completa sostituzione di un chilometro e mezzo di condotta idrica, quella principale. Proprio quella che ha lasciato a secco, e lo fa ormai da diverso tempo, quei trentatré Comuni di Irpinia e Sannio. Un interventoteoppe volte annunciato.”Uniamoci per l’acqua” sottolinea alcune cose. E pone interrogativi, in questa missiva indirizzata alla Regione Campania, direzione generale del Cicli Integrato delle Acque, all’Ente Idrico Campano, ad Alto Calore, alla Provincia di Avellino e ai trentatré Comuni interessati : intanto con quali fondi sono stati eseguiti i lavori, sempre che lo abbiano fatto. Poi in merito alle progettazioni e cronoprogramma. “Nonostante le numerose interruzioni idriche che ancora oggi affliggono i cittadini – così il Comitato”Uniamoci per l’acqua”– non risulta alcuna comunicazione ufficiale circa l’avvio o la conclusione dell’intervento. È un silenzio inaccettabile, che mina la fiducia nei confronti delle istituzioni.” Chiarezza e, quindi, trasparenza per fornire tutti gli elementi utili perché i cittadini comprendano lo stato delle cose. Rispetto del diritto fondamentale all’accesso dell’acqua come bene pubblico e primario.