E’ considerato “eolico selvaggio”, perché le torri spuntano dappertutto, e sottraggono i terreni alla loro vocazione primaria, l’agricoltura. Gli spazi vengono occupati, ormai da anni, da parchi eolici che se da un lato garantiscono la produzione di energia pulita, dall’altro provocano cambiamenti che vengono letti con preoccupazione da larga parte di cittadinanza.
Il comitato “Fuori dalle pale” presieduto da Giuseppe Di Biasi, è mobilitato anche sul piano della giustizia amministrativa: presentato ricorso al Tar per uno degli ultimi quattro progetti, a cui seguiranno anche gli altri tre. E infatti il presidente ci dice: «Questi parchi sono una minaccia per le aziende agricole in Alta Irpinia. Ma alle nostre ripetute osservazioni gli enti non rispondono. Prendiamo il piano presentato per Piani Mattine, a Guardia Lombardi: sottrae ben 15 ettari di terreno, e senza nessuna ricaduta. Le multinazionali si affidano alla dichiarazione di pubblica utilità, e vanno avanti a colpi di espropri, una pratica che massacra il territorio. Il nostro, poi, è totalmente abbandonato: il Formicoso, una volta considerato il granaio della Campania, oggi è disseminato di parchi eolici. Aggiungiamo pure il fotovoltaico, e se poi vogliamo continuare, ricordiamo come sono ridotte le strade in Alta Irpinia. Un assalto, un abuso rispetto al quale non possiamo restare indifferenti. Consulto ogni giorno i siti di Ministero e Regione, ogni giorno c’è un progetto. Il nostro comitato spontaneo interagisce con gli altri comitati, con quelli sardi e con la Coalizione Tess (la coalizione ambientale che vuole una transizione energetica senza speculazione) e che in Irpinia conta due sindaci, Carmine Ciullo di Frigento e Michele Di Maio di Calitri. Il 16 aprile saranno al Senato, dove hanno chiesto udienza».
A Guardia Lombardi, dove si è appena tenuto un consiglio comunale straordinario, sono stati presentati quattro progetti, di cui uno a Piani Mattine. Oltre al ricorso al Tar per questo progetto, il comitato “Fuori dalle pale” farà lo stesso per gli altri tre. Ma altre iniziative sono in cantiere, con l’obiettivo di frenare quella che è diventata una vera e propria invasione delle multinazionali in Alta Irpinia. E per sollecitare l’attenzione delle istituzioni, che il comitato giudica distanti rispetto alla portata delle trasformazioni in atto.