di Anna Bembo
Dai papiri carbonizzati di Ercolano riemergono frammenti di vita di Zenone di Cizio, il fondatore dello Stoicismo, e lo mostrano in una luce sorprendentemente umana. Grazie a nuove tecnologie di imaging, un’équipe dell’Università di Pisa e del Cnr ha restituito alla lettura porzioni di testo finora illeggibili, aprendo uno spiraglio sulla quotidianità di uno dei grandi pensatori del mondo antico.
Zenone, vissuto tra IV e III secolo a.C., viene descritto come un uomo schivo e frugale, segnato da debolezza fisica probabilmente dovuta alla sua dieta austera. Evitava banchetti e mondanità, preferendo la solitudine e lo studio, e fu persino oggetto di scherni per il suo accento fenicio e per i rimproveri che rivolgeva ai giovani. Tuttavia, la sua fama filosofica gli valse solenni funerali pubblici.
Queste informazioni provengono in gran parte dal papiro PHerc. 1018, che contiene la Storia della scuola stoica di Filodemo di Gadara. La svolta è arrivata con l’uso della termografia attiva, una tecnica a infrarossi capace di far emergere l’inchiostro dal fondo carbonizzato dei rotoli, rendendo leggibili parole scomparse da secoli senza danneggiare i fragili manufatti.
L’applicazione di queste tecnologie ha permesso di recuperare fino al 10% di testo greco in più rispetto alle edizioni precedenti, gettando nuova luce non solo su Zenone ma anche su figure come Crisippo e Panezio, lo stoico che introdusse la dottrina a Roma.
I papiri di Ercolano, custoditi nella Biblioteca Nazionale di Napoli, appartenevano alla celebre Villa dei Papiri e costituiscono l’unica biblioteca dell’antichità giunta fino a noi. Grazie al progetto europeo GreekSchools, oggi possiamo leggere pagine che rischiavano di restare per sempre mute: un passo avanti straordinario per la filologia, l’archeologia e la conservazione del patrimonio culturale.
Un esempio di come la tecnologia possa ridare voce al passato e raccontare, con dettagli inediti, le storie dei grandi maestri della filosofia antica.