Un libro per raccontare e raccontarsi, per continuare a vivere nel ricordo di un’amicizia e di un impegno sociale e politico, per aprirsi a nuove prospettive, nel segno della politica alta, quella che si fa servizio. C’è questo ma molto altro in “Come li ho visti io”, il volume a firma di Francesco Saverio Matteo, per tutti Erio, che per anni, sul Corriere dell’Irpinia e poi sul Quotidiano del Sud, ha analizzato e raccontato la vita politica italiana e del Sud, tra “protagonisti & comparse”. La raccolta di scritti è stata curata da Michele Vespasiano e Ivana Picariello, con la prefazione di Gianni Festa, direttore del Corriere dell’Irpinia.
A Sant’Angelo dei Lombardi, nel centro sociale dove un’aula è stata dedicata proprio alla sua memoria, amici e parenti, tra gli altri la sorella Anna Teresa, si sono ritrovati in un incontro di grande coinvolgimento emotivo ma aperto alle possibilità che possono aprirsi, anche se Erio Matteo non è più su questa terra, scomparso il 20 agosto del 2021.
Dallo scambio di emozioni, ricordi, aneddoti, è emersa l’esigenza di riannodare nuovi fili, e riprendere il cammino solo momentaneamente interrotto.
Erio compagno di scuola, attraverso le parole del dottore Mirra, le prime spinte in avanti, ai tempi della Democrazia Cristiana, intorno alla figura progressista e illuminata di Don Bruno Mariani e la nascita del circolo culturale e giornale Il Dialogo, attraverso le parole di Mario Sena, che vede in Erio non l’uomo di potere ma di pensiero. Erio Matteo sindaco, o in politica nei quartier generali romani, o l’uomo di pace e non di potere, piuttosto al servizio degli altri, pensa Vincenzo Lucido in un appassionato affresco dell’amico di sempre, o un popolare tra la gente, secondo Tobia Chieffo, altro grande amico fraterno.
Le immagini si susseguono e si fermano, come quando Emanuela Sica tra ricordi personali e intuizioni, pensa a Erio Matteo come quel “ragazzo dell’Europa” che è stato David Sassoli.
I cattolici in politica, Erio Matteo e il terremoto che distrusse Sant’Angelo dei Lombardi e l’Alta Irpinia, il suo essere uomo di classe dirigente: Tony Lucido racconta e si commuove, come il fratello Vincenzo, pensando che quella di Matteo è la testimonianza che non va perduta. Il riferimento è alle grandi povertà sociali e politiche che avanzano e penalizzano fortemente le aree interne del Sud Italia. Con una speranza: ritrovare le ragioni dello stare insieme.
Magari ripartendo dalla figura di don Bruno, ha esortato Gianni Festa: dalla storia del Dialogo, della “rivoluzione sociale e politica” di quel tempo, ritrovare le ragioni dello stare insieme nella casa dei moderati, nella quale far crescere nuova classe dirigente, al momento balbettante e insufficiente.
Per tutti, un amico: per Ivana Picariello, che con lui ha condiviso un pezzo di percorso giornalistico, per Michele Vespasiano, che ha voluto fortemente questo incontro intorno agli scritti di Erio Matteo, la cui assenza si avverte ma che va colmata con le tante buone pratiche a cui pure lui stesso si era ispirato in vita.
Ritrovarsi anche nella stessa Sant’Angelo dei Lombardi, superare le tensioni interpersonali, ha ribadito Vespasiano, per agire nella speranza di cose nuove e positive. Ne è convinta il sindaco Rosanna Repole, chiamata giovanissima a gestire i momenti più drammatici del dopoterremoto, ma avendo in Erio Matteo un punto di riferimento indispensabile.
Un amico severo, così lo ricorda, anche critico ma con rispetto, uno che è andato oltre il Dialogo, quando ha dato il più alto contributo alla formazione di giovani brillanti. Da qui ripartire, ascoltando il suo messaggio, il lascito di un uomo che appartiene a tutta la comunità di Sant’Angelo dei Lombardi e a tutta l’Alta Irpinia. Dal sedici novembre, ha annunciato il sindaco, partirà la scuola di formazione per i giovani. Un messaggio di speranza, questo deve essere il lascito di Erio Matteo.
Il ricavato della vendita del libro sarà devoluto in beneficenza alla Caritas Parrocchiale di Sant’Angelo dei Lombardi.