Paese che vai, usanza che trovi. E a Ferragosto, in Campania, le tradizioni si gustano prima ancora che si raccontino. Dal mare all’entroterra, ogni zona ha i suoi riti: c’è chi passa la giornata in spiaggia, chi si rifugia in montagna, chi organizza il classico pranzo fuori porta o la grigliata tra amici.
Sulla costa e nelle isole, il 15 agosto ha il profumo del mare. Immancabili gli zitoni di Ferragosto, piatto della Costiera Amalfitana che unisce pasta lunga spezzata a mano, sugo di pomodoro fresco, pomodori secchi, capperi, mozzarella di bufala e parmigiano. In tavola arriva anche la frittata di pasta – o pizza di maccheroni – perfetta da portare in spiaggia o in barca. Nei borghi marinari, il pescato del giorno finisce in padella per diventare fragrante frittura di paranza.
Nell’entroterra il Ferragosto si morde, più che si assapora. È il regno della palatella, panino tipico dell’Agro Nocerino-Sarnese farcito con ‘mpupata: melanzane sott’aceto, origano, aglio, peperoncino e alici di Cetara. Nato come pasto dei pellegrini, oggi è protagonista di picnic e scampagnate, accompagnato da vino locale e da una fetta di anguria ghiacciata. Per chiudere, i taralli di Ferragosto glassati al limone e profumati di anice.
Ad Avellino e provincia la regina è la brace: grigliata di carne mista, magari con il celebre caciocavallo “impiccato”, appeso alla brace e colato sul pane, anche con un tocco di tartufo. Non manca il tagliere di salumi tipici e un calice di Aglianico o Fiano con la percoca: per chi vuole renderlo più radical chic, “sangria” per il rosso e “fiangria” per il bianco.
Qui vale ancora il detto: “Il vino fa buon sangue”. Un motto che affonda le radici nell’antica Roma, quando il Ferragosto era la Feriae Augusti, istituita da Augusto nel 18 a.C., erede delle feste agricole dei Consualia. I latini già dicevano Vinum bonum laetificat cor hominis – il buon vino rallegra il cuore – ma senza prove scientifiche.
Nel 2006, alcuni ricercatori inglesi hanno indagato. Il segreto, dicono, sta nei procianidolici, sostanze contenute nei semi dell’uva, potenti vasodilatatori che aiutano la circolazione più del celebre resveratrolo. Un bicchiere al giorno potrebbe bastare per proteggere il cuore.
E a Ferragosto: se il bicchiere è più di uno, godetevelo (sempre con moderazione).
Anna Bembo



