Sulle tracce del progetto storico della ferrovia Eboli-Calitri-Pescopagano: chi pensava che l’idea-progetto fosse stata archiviata si sbaglia. Negli ultimi giorni una delegazione della Svimar presieduta da Giacomo Rosa è stata all’Archiginnasio di Bologna, dove fu depositato il progetto, in seguito ad un arbitrato nato da un contenzioso tra la ditta aggiudicataria e l’affidatario.
I componenti dell’associazione che da anni sta inseguendo la fattibilità del progetto hanno cercato tra i documenti storici tutte le notizie utili per poter continuare a sostenere una ipotesi che, secondo i promotori e le decine di amministrazioni locali che hanno deliberato in tal senso, porterebbe ad uno sviluppo di diverse regioni meridionali, riducendo le distanze tra i due mari, rendendo vive le aree più interne grazie ad una nuova infrastruttura che non fa altro che riprendere un percorso già tracciato e mai portato a termine.

Una visione, quella dello sviluppo lungo la linea ferrata, che affonda dunque nel passato, e che ha ispirato anche una tesi di laurea, anno accademico 2014/2015. In questo lavoro accademico si ricostruisce come, con legge n. 763 del 21 agosto 1862, il governo fu autorizzato a concedere a Bastogi, già ministro delle Finanze del governo Riscasoli, la costruzione delle ferrovie meridionali e in particolare la tratta Ancona – Otranto e la linea Napoli – Foggia. Visioni politiche ampie, che non trovano riscontro nell’attualità. Per questo la Svimar continua nel suo impegno: la ripresa dell’antico progetto Eboli-Calitri significa dare infrastrutture alle aree interne: la ricostruzione di un ponte tra ieri e oggi è un altro strumento utile di dialogo, per potersi confrontare nei luoghi istituzionali.



