“E’ bastato il primo abbraccio per tornare al 17 di aprile”. L’ex sindaco di Avellino Gianluca Festa riparte da dove si era fermato. Ospite dell’associazione Solofra Libera, risponde alle domande del direttore dell’emittente radiofonica ‘Raffaella Uno’, Raffaele Ingino.
Festa chiarisce subito la sua collocazione politica: “Nei partiti non si mantiene la parola, si fanno sempre promosse: sono stato sempre contrario ai partiti. Abbiamo vinto contro le vecchie logiche, grazie al voto di opinione. Abbiamo sdoganato un modo nuovo di fare politica, abbiamo incassato il consenso popolare al di là, di ogni logica di appartenenza”. Sembra che sia già in campagna elettorale.
Ricorda che la sua è stata una “amministrazione di carattere innovativo. Il mio progetto era far tornare Avellino città. Era una città moribonda che sopravviveva, andava avanti per inerzia, sopravviveva. Abbiamo rimodellato la città. Ho cacciato fuori i mercanti dal tempio, e qualcuno ha provato a farmela pagare”.
E poi sulla sua maggioranza: “Mi hanno accusato di avere un gruppo che alzava solo la mano. In realtà era gruppo di eroi grazie ai quali sono riuscito ad amministrare. Qualcuno mi ha detto che non ho visione: ma sono loro che non ci arrivano. Mente voi mi rincorrevate sulla terra, io volavo. Siamo tornati capoluogo di provincia. Grandi marchi ci hanno visto come una città dove investire. Ho proposto ‘Cielo’, Centro irpino per le eccellenze locali. Ho portato Fuksas, cioè Maradona in città. E’ venuto perché ha visto il mio sogno. La Dogana – aggiunge – sarebbe stata opera d’arte. Abbiamo sbloccato tutti i cantieri. La città stava decollando. Abbiamo portato un servizio di pulizia di eccellenza: per farlo ho rinunciato ai voti. Abbiamo oggi un servizio rifiuti efficiente, che ci è costato un milione e 350mila euro in meno: una rivoluzione. Una scelta coraggiosa. Abbiamo organizzato Eurochocolate, non una sagra del cioccolato. Abbiamo portato la città alla ribalta nazionale. Se non grazie a queste iniziative perché un turista dovrebbe visitarci? I giovani avellinesi oggi sono orgogliosi. Abbiamo creato un circolo virtuoso. Il progetto va completato”.
Ma non dice che quel progetto lo sta completando ora con l’amministrazione guidata dalla sindaca Laura Nargi, dice che lo si potrà completare, in futuro. E infatti il nome della Nargi non lo cita mai.
Cita invece, per ringraziarlo, il nome di Antonello D’Urso, ex candidato a sindaco di Solofra Llibera contro Nicola Moretti, “che ha perso alle Amministrative solo per una quarantina di voti”. E rispondendo alle domande del direttore Ingino torna a levarsi i sassolini dalle scarpe: “Se dovessi prendere un caffè con qualcuno, chi inviterei? Oggi inviterei la città, per ringraziarla. Perché credo sia l’unico esempio al mondo in cui un sindaco ai domiciliari accusato dei peggiori reati di cui si possa accusare un uomo, ha riottenuto il voto della città… Non solo: la città ha creduto a me non in quanto sindaco, ma in quanto Gianluca Festa. Perché mi conoscono, mi hanno visto crescere. Non hanno creduto a tutte le accuse che mi sono piovute addosso, peraltro, casualmente, in campagna elettorale… C’è stato un proliferare anomalo di denunce e di notizie false… poi vedremo chi le ha pubblicate e perché… e qui dovremmo anche parlare dei rapporti tra stampa e magistratura… Sono stati strumento di diffamazione. La verità la so io, non voi giornalisti”.
“Nonostante tutte le infamie la gente ha creduto a me: come faccio a non ringraziarli? Come faccioa non dire ‘vi amo’? Se potessi incontrarli tutti lo farei, ringraziandoli, anche per dare loro la rivincita contro chi aveva creduto alle accuse. E’ questo che mi ha dato la forza per resistere: immaginare la faccia di chi dovrà rimangiarsi tutte le porcherie dette contro di me, una ad una. E mi farò grasse risate”.
“La mia pagina politica che prevede? Non sono l’ultimo dei romantici. Faccio politica per gli avellinesi. Per fare contente le persone, per renderle felici. E’ chiaro che poi attraverso la gioia arrivano i voti, ma non sono voti clientelari. Io dono dignità alle persone. Le mie frequentazioni sono trasversali, dall’ultimo della scala sociale al primo. A chiunque si avvicina riservo la mia attenzione, anche se 9 volte su 10 sono costretto a dire di no. Attenzione e risposte. Questo è il mio approccio alla vita che poi si è trasformato in approccio alla politica amministrativa. E il risultato si è visto in questa ultima campagna elettorale, nella quale abbiamo compiuto un’impresa per la quale devo ringraziare chi ha partecipato e non chi è scappato”: qui il riferimento, senza nominarlo, è chiaramente a Livio Petitto, consigliere regionale di Moderati e Riformisti, ex supporter dell’amministrazione Festa ed ora, dopo il primo turno delle Amministrative avellinesi, supporter della sindaca Nargi.