di Anna Bembo
Avellino si prepara ad accogliere un evento straordinario: domani sera il Teatro Carlo Gesualdo ospiterà l’anteprima nazionale di Frida Opera Musical, un’opera che unisce arte, vita e rivoluzione in un viaggio intenso e corale nella storia di Frida Kahlo. Non è una scelta casuale quella di Avellino: in un periodo complesso per la città, il teatro diventa un focolare in cui l’arte può tornare a parlare, emozionare e lanciare segnali di speranza.
La conferenza stampa di oggi ha offerto uno sguardo approfondito sulla produzione e sulla sua anima. Lara Carissimi, produttrice esecutiva, ha sottolineato come lo spettacolo rappresenti “una grande sfida a cui lavoriamo da anni”, ricordando che si tratta del primo musical al mondo su Frida in collaborazione con Casa Azul. “Ringrazio Avellino, siamo qui da quasi un mese, 60 persone che si muovono nella città: è stato lo spazio giusto per una produzione così grande, può diventare una residenza teatrale”, ha aggiunto, evidenziando il valore della città non solo come sede dell’anteprima, ma come luogo vivo in cui la comunità può incontrare l’arte nella sua autenticità.
Andrea Ortis, coautore, regista e interprete di Diego Rivera, ha spiegato che il progetto nasce da un bisogno profondo: “In un momento storico e politico come questo, sentivamo la necessità di restituire al teatro uno spazio per le emozioni. Attraverso Frida, che parla di dolore e possibilità, vogliamo mostrare che il dolore non è solo sofferenza ma uno slancio enorme: soprattutto in una società, come quella odierna, dove si esclude il difetto e si mostra solo la fittizia perfezione esteriore. Una donna esalta la propria interiorità con la schiettezza della pittura e del Messico. Il teatro deve porre domande, non dare risposte”. Ortis ha voluto inoltre chiarire che la storia è fedele alla realtà, lontana dalla riscritture romanzate, e non si riduce ai cliché del tradimento di Diego: “Tra loro due c’è stato un amore potente, ricucito nell’eterno. Diego è stato un visionario e non può essere ridotto a un antagonista della storia”.
Al centro della narrazione, la vita di Frida Kahlo — interpretata da Federica Butera — diventa un inno al coraggio. “Tutti viviamo il dolore, ma solo noi decidiamo se subirlo o affrontarlo e ricavarne frutti”, ha spiegato l’attrice. “Ci sono tanti messaggi che possiamo condividere con il pubblico: l’amore in tutte le sue forme, l’arte, le radici e il coraggio di guardare in faccia al dolore. È una responsabilità che sentiamo tutti, perché il messaggio di Frida è corale”.
La presenza scenica della Catrina, incarnata da Drusilla Foer, porta il pubblico nel cuore del Messico profondo: un luogo in cui vita e morte convivono, e in cui colori, musica e passione diventano strumenti di narrazione universale. “In Messico la morte non spaventa: accoglie, fonde la tradizione azteca con la cultura post-Colombo in un’armonia di contrasti”, ha spiegato Ortis, evidenziando la dimensione spirituale e simbolica dello spettacolo.
In un momento storico in cui il teatro affronta difficoltà economiche e sociali, la scelta di Avellino diventa ancora più significativa. Gli attori hanno raccontato di essersi sentiti a casa in questo mese di lavoro, trovando nella città “autenticità e calore”, valori che rispecchiano lo spirito della produzione. “Non ostentiamo le dimensioni di un colossal, vogliamo scatenare tutte le dimensioni di un testo tramite le emozioni”, ha aggiunto Ortis, sottolineando l’approccio sartoriale e curato di una compagnia che ha già incantato il pubblico in Cina e sogna ora una carriera internazionale per Frida.
Andrea Ortis ha scelto Avellino per il debutto per la sua autenticità e le strutture del Teatro Carlo Gesualdo, ideali per lavorare in profondità. “La provincia offre un focolare in cui il pubblico può vivere l’arte da vicino, lontano dall’impersonalità delle grandi città”, sottolineando come la città rappresenti un terreno fertile per un’opera che parla al cuore delle persone.
Il regista ha spiegato come la città rappresenti un luogo ideale per un debutto così delicato e intenso. “Il Teatro Carlo Gesualdo non vive un momento roseo, ma ha una struttura straordinaria che consente a una compagnia di lavorare adeguatamente: sale per danza e canto, spazi per le prove, un ambiente contenuto che permette alla comunità di stare insieme e vivere l’arte senza frastuoni”. Ortis ha sottolineato come “l’ex sindaco aveva intuito la bontà di questo progetto e lo aveva fortemente voluto”.
Con le musiche e le liriche di Vincenzo Incenzo, le coreografie di Marco Bebbu, i costumi di Erika Carretta e le scene di Gabriele Moreschi, lo spettacolo promette di immergere lo spettatore in un Messico post-rivoluzionario tra fermenti ideologici, arte murale e figure storiche come Zapata, Trotsky e Tina Modotti. La narrazione intreccia la potenza del teatro musicale alla forza visiva del mondo pittorico, trasformando la fragilità in potenza creativa e la sofferenza in una celebrazione della vita.
“Frida Kahlo non è solo una delle più grandi artiste del Messico, ma un simbolo universale di libertà, coraggio e autenticità”, ha ricordato l’Ambasciatore del Messico in Italia, Carlos García de Alba. “Questo musical rappresenta un’occasione unica per raccontare al pubblico italiano — con emozione, musica e immagini — la storia di una donna straordinaria”.
Domani sera Avellino diventerà il palcoscenico di questa dichiarazione d’amore alla vita, anche quando fa male. Un’opera che ricorda a tutti come affrontare il dolore possa trasformarsi in speranza, bellezza e rivoluzione personale.
Sedetevi in platea e lasciatevi trasportare dai colori e dalla vitalità del Messico: Frida Opera Musical vi farà vivere la vita in tutte le sue sfumature.