L’attesa è lunghissima ma Gaia, Achille Lauro e Tananai, mattatori dell’Avellino Summer festival, non deludono. Merito del loro talento e della loro presenza scenica. Sono migliaia, oltre ventimila, ad assistere alla festa in musica del 16 agosto, un oceano che parte da piazza Libertà e abbraccia tutto Corso Vittorio Emanuele. Tanto che Tananai dirà, quasi stupito come un bambino, “Quanto è grande questa piazza”. Le transenne sono ovunque con controlli ai varchi, il piano sicurezza c’è e funziona, anche se non manca qualche momento di tensione e l’impressione è che non tutte le scelte organizzative siano state felici, lo spazio non appare il più idoneo ad accogliere un evento di simili proporzioni, l’audio non è certo perfetto e non si capisce a cosa sia servito delimitare l’area adiacente al palco, in piazza Libertà e lungo metà Corso, sottraendo spazi agli spettatori, che si accalcano l’uno sull’altro in quella zona, non senza qualche malore per il pubblico. Per tantissimi la salvezza sono i due maxischermo anche se piuttosto piccoli. In tanti si sistemano davanti ad essi nella speranza di non perdersi lo spettacolo. A presentare la serata il coinvolgente Francesco Facchinetti con Angela Tuccia.
E’ il giovane irpino Frada a dare il via alle esibizioni, con la sua Piazza Libertà, quindi è la volta degli emergenti Rizzo e Fluente. Poi spazio all’energia coinvolgente dei Disco Club Paradiso e al pop melodico di Matteo Romano che arriva al cuore per l’intensità e la passione con cui canta. Il sindaco Gianluca Festa esulta e ricorda “come “Stasera, sul palco, ho voluto portare anche la mia squadra, la mia giunta e i miei consiglieri. E’ doveroso rivolgere un applauso a chi è protagonista con me di questo enorme successo. In questi quattro anni, mi sono posto un unico grande obiettivo, caricandomi con la vostra energia e con il vostro entusiasmo: volevo che tornassimo ad amare ed a vivere Avellino, a sentirla nostra. Stasera posso dirvi che non siamo semplicemente tornati grandi, siamo diventati grandissimi. E la mia più grande soddisfazione è la gioia e la felicità che vedo ogni giorno sui vostri volti. Lasciamoci con questo impegno: siamo solo a metà del percorso. Il meglio deve ancora venire e sarà straordinario”. Entusiasta anche l’assessore Stefano Luongo: “Ma cosa è successo ieri sera? È stato un turbinio di emozioni: abbiamo cantato, abbiamo ballato, ci siamo emozionati sulle note e sui testi di artisti come Tananai, Achille Lauro, Gaia. Senza tralasciare tutti gli artisti in apertura, da Frada a Rizzo e Fluente, dai Disco Club Paradiso a Matteo Romano. L’energia che si è creata e che ha riempito interamente Piazza Libertà e Corso Vittorio Emanuele rappresenta ciò che Avellino può essere. Basta provarci, basta crederci. La nostra città merita serate come questa, entrata di diritto nella storia. La magia dell’evento non era solo sul palco, ma anche nelle strade, negli occhi e nei sorrisi delle persone. C’era uno spirito di comunità palpabile, un senso di unione che ci ricorda quanto sia bello condividere momenti come questi. L’Avellino Summer Festival di quest’anno ha proiettato la nostra città nel panorama musicale nazionale. Sono giunte persone da ogni dove, alloggiando qui anche per più giorni, generando un indotto economico importante, il tutto grazie a una programmazione estiva che si avvicina a quelle delle grandi metropoli.”
Gaia si conferma artista elegante, sensuale e raffinata, capace di tenere il palco e di mescolare stili differenti, nel segno di quelle influenze del sudamerica che entrano in quasi tutti i suoi brani. Applauditissime le sue hits “Estasi” e “Chega”. Poi il boato quando arriva Achille Lauro con maglietta a rete e pantaloni aderenti neri, i capelli corti di un biondo sgargiante, stivaloni stile cowboy. “Spegnete i cellulari, racconterete domani questa serata” ripete più volte, saluta Avellino e consegna al pubblico i suoi pezzi migliori, interpretandoli alla sua maniera con quei movimenti che lo rendono inconfondibile, da “E’ sempre domenica” a “Me ne frego” fino al finale con “Rolls Royce”. E gli applausi si levano forti quando si toglie la maglietta e la lancia, provocatore e insieme spudorato.
Tananai incarna la leggerezza e il desiderio di divertirsi, scende tra il pubblico a salutare e abbracciare i fan, legge uno striscione di una bimba in prima fila “Vorrei abbracciarti posso scendere..?” , non riesce a capacitarsi di quanta gente ci sia e canta con quella spensieratezza e gioia di vivere che pochi cantanti trasmettono, da “Sesso occasionale” a “Esagerata” fino ad “Abissale”. E poi “Avellino vuoi fare un tango con me?” E parte la canzone del festival, “quello che mi è andato bene” con il pubblico che canta con lui, perchè conosce a memoria i suoi testi. E’ una serata speciale, peccato solo per la tarda ora a cui si conclude, è passata l’una quando Tananai finisce di cantare. E tanti non sono riusciti a restare fino alla fine.