Si riparte dall’Università di Agraria, Viticoltura ed Enologia: inaugurato il Polo enologico di Avellino, l’ex presidente della Provincia, Mimmo Gambacorta, non ha dubbi: «Un risultato importante per Avellino, per la provincia irpina, per la Campania. Penso alle prospettive per i giovani, per l’economia, per la ricerca, per il territorio».
Il complesso immobiliare di viale Italia, inaugurato venerdì scorso, ospita uffici per docenti e dottorandi, e per il personale, laboratori di ricerca di Enologia e Analisi Strumentale dei Polifenoli, di Miglioramento Genetico, Biotecnologie Microbiche, Chimica degli Aromi, Analisi Strumentale degli Aromi, Analisi Sensoriale ed una Sala di Analisi Sensoriale. Sono attivi il Corso di Laurea Magistrale in Scienze Enologiche e del Corso di Laurea Triennale in Viticoltura ed Enologia, già da tempo avviati ad Avellino.
E’ il completamento di una storia che parte da lontano, e sostenuta dagli ex presidenti che si sono succeduti, tutti invitati dall’attuale in carica, Rino Buonopane, in occasione dell’inaugurazione. Mimmo Gambacorta riprende il filo di quella storia, con una finestra temporale da aprire: «Ricordo che il 4 gennaio 2016 fu pubblicata la gara d’appalto sulla Gazzetta Ufficiale per 5.180.000. Il 15 settembre 2017 , cioè venti mesi dopo, fu aggiudicata la Gara alla Mastio Restauri per quasi quattro milioni di euro. Ci siamo giocati tutto quel tempo per via dei ricorsi che furono presentati e che purtroppo fanno saltare quello che chiamo principio di sussidiarietà e anche di leale collaborazione tra le istituzioni pubbliche. Con il rischio, in quel caso, che i fondi potessero andare in perenzione».
Presidente da ottobre 2014 a ottobre 2018, sette anni dopo Gambacorta, già sindaco di Ariano Irpino, sottolinea: «Il Polo enologico di Avellino oggi è realtà. E’ uno dei cinque progetti approvati all’epoca: da ottobre a dicembre 2015 ricordo lo stanziamento della Provincia per i Poli di Eccellenza pari a 26.500.000 euro: Avellino, Solofra, Alta Irpinia, il Giorgione ad Ariano, il restauro del castello di Gesualdo. Fu il periodo in cui il Governo disse: se avete avanzi di amministrazione, andate avanti. E noi rispondemmo con coraggio. In un momento ancora più difficile perché le Province stavano chiudendo, per effetto della legge Delrio. Erano a rischio anche gli stipendi del personale, per i quali si parlava di mobilità. Io ho fatto quella proposta, il Consiglio l’ha approvata. Obiettivo, investire sui giovani, creare un raccordo migliore tra scuole superiori e Università, e inventarci qualcosa che poteva portare qui le aziende, grazie al settore vitivinicolo».
Se questa vuole essere una rivendicazione, l’ex presidente della Provincia di Avellino non lascia spazio ad interpretazioni: «Senza disconoscere il lavoro dei colleghi che mi hanno preceduto, rivendico con franchezza e anche con orgoglio di aver fatto una cosa importante, con quelle nostre scelte: oggi stiamo parlando di un corso di laurea magistrale, e della possibilità di fare ricerca. Un fatto che investe tutta la regione: sono cose che lasciano il segno, perché pensate per il destino, non più di sola andata, dei ragazzi. Le prospettive sono tutte avanti: adesso il Polo enologico c’è e finalmente da qui si parte. Non è una cattedrale nel deserto, ma a misura d’uomo, di studente».