I suoi candidati sono l’“esercito della salvezza” che si batte per una “rivoluzione sociale”, per una palingenesi di ogni angolo di Avellino, di ogni aspetto della città. Una rivoluzione che parte dalle periferie e arriva al centro della città: “Siamo a pochi metri da Corso Vittorio Emanuele: dietro questi palazzi c’è il disastro sociale, un disastro che fa male al cuore. Abbiamo attraversato le periferie e abbiamo potuto vederlo con i nostri occhi: case di muffa, umidità e senza acqua calda e riscaldamento, ragazzi che giocano in strada perché non hanno un campetto o una struttura dove riunirsi. Abbiamo visto la disperazione della gente”.
Comincia così Rino Genovese il suo comizio di chiusura della campagna elettorale. “Stiamo assumendo una immensa responsabilità, ma non vi tradiremo”, promette parlando dal palco allestito in Piazzetta Biagio Agnes. Tra il pubblico si vedono tra gli altri il consigliere Livio Petitto, Dino Preziosi e Giovanni D’Ercole.
“Ci siamo e ci saremo”, assicura Genovese. “Vogliamo portare una rivoluzione sociale ad Avellino, dove c’è una comunità offesa e umiliata da decenni di malgoverno e dagli ultimi cinque anni di amministrazione. Eppure c’è un candidato che rivendica di essere in continuità l’ex sindaco Festa”, osserva il giornalista prestato alla politica.
E attacca: “Sento candidati risorti dal sonno eterno che ragionano di argomenti al cloroformio. Loro sono responsabili del disastro di questa città: hanno approvato un piano regolatore che ha permesso di edificare sulle colline, hanno varato il progetto del tunnel, che oggi è poco più di un sottopasso, hanno ideato l’inutile metro leggera, hanno favorito la grande distribuzione che ha distrutto i piccoli negozi. Vanno a Roma a supplicare i loro leader di partito per farsi candidare. Altri candidati, per giustificare la loro esistenza e nascondere la vacuità programmatica, si nascondono dietro ad un partito. I miei simboli – tuona Genovese – sono i vostri volti”.
Ancora: “C’è una candidata indagata per associazione a delinquere, che ha amministrato con un sindaco che ora è agli arresti domiciliari e hanno il coraggio di rivendicare ciò che hanno realizzato in questi anni: Avellino è una delle città con la disoccupazione più alta d’Europa, una città senza il piano di zona, dove chiudono i negozi”.
Genovese passa poi a parlare del suo programma: “Abbiamo la visione di una città sostenibile grazie ad una economia sociale e ambientale, una città dove i disagi vengono anticipati, dove le periferie sono vivibili, dove i giovani hanno una opportunità perché sappiamo che non investire in formazione significa morire di stupidità”.
Genovese ce l’ha sempre con Laura Nargi quando dice che “passate le feste restano i problemi, che gli eventi spot non creano sviluppo ma sono uno spreco”.
Passa poi a parlare del programma: “Vogliamo che Avellino torni guida dell’Irpinia, una terra ricchissima ma poco valorizzata. Siamo un paradiso e non ce ne siamo accorti. Avellino – incalza – si sta spegnendo ma noi vogliamo accendere una luce per farla risorgere. Pico Della Mirandola diede vita al Rinascimento in una piccola città, noi vogliamo fare un Rinascimento del terzo millennio ad Avellino. Abbiamo le potenzialità per farlo, abbiamo le competenze e l’energia, abbiamo quella che i nostri avversari chiamano filiera istituzionale: Petitto alla Regione e Gianfranco Rotondi in parlamento. A breve in Europa ci sarà anche Angelo Antonio D’Agostino. Ma la rivoluzione la faremo soprattutto grazie a voi cittadini”.