“L’annuncio che Gianfranco Rotondi ha voluto consegnare alla città di Avellino costituisce l’ennesima giravolta su se stesso compiuta da un personaggio che mostra sempre più spesso di interpretare la pratica politica come gioco di convenienza in difesa dei propri intenti”.
La replica di Antonio Gengaro, candidato sindaco del centrosinistra, alle dichiarazioni di Gianfranco Rotondi arriva a stretto giro.
“Dopo aver animato il tentativo di portare Rino Genovese alla carica di sindaco di Avellino ed essere stato solennemente sconfitto al primo turno, ora afferma di voler sostenere al ballottaggio di domenica e lunedì Laura Nargi. ‘Perché è negli interessi di Avellino’, aggiunge: in realtà è soltanto nei suoi interessi, che sono interessi di pura sopravvivenza nel tentativo di ricollocarsi da pseudo protagonista in uno scenario da cui è stato puntualmente respinto. Costretto all’esilio, come lui ripete”, dice Gengaro.
Da questo esilio era ritornato vestendo i panni dell’uomo di destra. Eletto alla Camera per Fratelli d’Italia. Usurpando, così, la tradizione politica di cui pure si dice interprete: del cattolicesimo democratico e addirittura della Sinistra di base democristiana. Già aveva ricevuto critiche dure e sferzanti da parte di chi – Gerardo Bianco – era considerato il suo padre politico quando si era schierato al fianco di Rocco Buttiglione e Silvio Berlusconi: chissà oggi che cosa direbbe il fondatore del Ppi di fronte alla scelta compiuta di sostenere una coalizione che attraverso l’autonomia differenziata e il premierato sta attaccando il Sud e la democrazia e di promuovere la candidata simbolo di una delle peggiori stagioni civili che la città di Avellino abbia vissuto.
E’ arrivato il momento di svelare tutti i trucchi politici di Gianfranco Rotondi. La comunità di Avellino potrà chiedersi quale ruolo, che funzione e quanta efficacia abbia la sua presenza all’interno della maggioranza di governo in rappresentanza del territorio dove è stato eletto. Potrà verificare le occasioni in cui da deputato al Parlamento nazionale si sia espresso in difesa degli interessi di Avellino e dell’Irpinia e – nel caso l’avesse fatto – con quali risultati. Potrà ricordare i nomi, i volti e le parole degli esponenti dell’esecutivo che hanno partecipato a manifestazioni pubbliche in città impegnandosi per costruire insieme un futuro migliore. Minimo sforzo: non c’è stato nessuno.
La verità – conclude la nota – è che Gianfranco Rotondi considera Avellino e l’Irpinia esclusivamente al pari di una pedina da utilizzare al tavolo dei suoi giochi. Per lui è un mezzo, non un fine. La usa, non la ama. Questa è una ragione in più per bocciarlo definitamente. E con lui Laura Nargi”.