“L’acqua è vita, diritto universale, e non può essere ridotta a merce”: lo dice Arturo Bonito, segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista – Federazione Irpina. “Lo ribadiamo con forza, di fronte all’ennesimo attacco alla gestione pubblica del servizio idrico, che vede coinvolti sia Napoli che i territori irpini e sanniti. La scelta di modificare lo statuto di Acqua Bene Comune a Napoli, depotenziando gli strumenti di partecipazione e controllo democratico, e l’emergenza idrica che paralizza l’Irpinia, con scuole chiuse e comunità in ginocchio, sono due facce della stessa medaglia: un sistema che preferisce privatizzare piuttosto che investire, che silenzia i cittadini anziché ascoltarli”.
“A Napoli, la soppressione del bilancio ecologico e partecipato dallo statuto di Abc e il ridimensionamento del comitato di sorveglianza da 21 a 13 membri rappresentano un passo verso la privatizzazione. Una manovra che ricorda da vicino le scelte del presidente De Luca in Campania, che prima di cedere le fonti regionali ai privati ha eliminato ogni forma di partecipazione popolare. Il sindaco Manfredi sembra seguire lo stesso copione, svuotando di senso il ruolo delle associazioni e dei comitati. Padre Alex Zanotelli e i movimenti per l’acqua pubblica hanno ragione a scendere in piazza: non possiamo permettere che si calpesti la democrazia partecipativa”.
“In Irpinia, intanto, l’emergenza idrica causata dalla rottura di una condotta a Gesualdo svela l’insopportabile degrado di reti colabrodo, con perdite che sfiorano il 70%. Decenni di incuria hanno portato oggi alla chiusura delle scuole ad Ariano Irpino, Grottaminarda e Flumeri. Oltre alle difficoltà per anziani e malati, alla paralisi delle attività economiche”.
“Di fronte a ciò, il Comitato Uniamoci per l’Acqua ha lanciato un appello chiaro: dalle lamentele si passi alla lotta. Non è accettabile che si strumentalizzi il disagio per imporre la privatizzazione come unica ‘cura’, quando la vera soluzione è investire risorse pubbliche per rifare le reti e garantire il controllo democratico. Noi chiediamo al Governo e alla Regione di dichiarare lo stato di emergenza idrica per Irpinia e Sannio, stanziando fondi straordinari per un piano di riammodernamento della rete Pubblica e ai sindaci di farsi portavoce unitari di questa battaglia, opponendosi a ogni tentativo di privatizzazione”.
“Mentre rinnoviamo l’avviso alle istituzioni di Napoli di ritirare le modifiche allo statuto di Abc, ripristinando gli strumenti di partecipazione e trasparenza. La risposta non può che essere collettiva per pretendere che l’acqua resti un bene comune. Non è fatalità, è responsabilità politica. E’ volontà politica! L’acqua è nostra: riprendiamocela”.