Gesualdo. Un gemellaggio nel segno della musica e di un principe. Si celebrerà giovedì prossimo,11 maggio, tra la cittadina della valle del Calore, appunto, e Venosa, dove nacque nel 1566 il principe dei musici: per ricordare che, Carlo Gesualdo, il più grande dei madrigalisti, appartiene a queste due comunità. Come la sua storia tormentata, l’ uccisione della sua prima moglie Maria d’Avalos, trovata in flagranza di adulterio e del suo amante Fabrizio Carafa. Il principe di Venosa, riuscì a rifugiarsi in Irpinia, anche con l’aiuto delle autorità ecclesiastiche e grazie al suo stato sociale, quando proprio a Gesualdo dove morì nel 1613, decise di volersi fare dimenticare dal mondo e scontare la sua pena. Un rimorso che si fece sentire per tutto il resto della sua vita. E a Gesualdo, dette vita alla sua più inesauribile vena per la composizione dei madrigali, le musiche polifoniche che lo hanno reso famoso e indimenticato. Poi Carlo Gesualdo sposò, in seconde nozze, Eleonora d’Este ma probabilmente non riuscì a dimenticare il suo passato, rifugiandosi nella musica. Le spoglie di Carlo Gesualdo sono nella chiesa del Gesù Nuovo di Napoli. Per arrivare ad oggi, la stessa storia che si incontra e che si incrocia. Si incontreranno, infatti, tra qualche giorno, i primi cittadini di Gesualdo e di Venosa, Domenico Forgione e Marina Iovanni, per suggellare questa bellissima, e struggente, vicenda. Giovedì prossimo, protagonisti saranno anche gli istituti musicali delle due cittadine per un momento di condivisione. E dal parroco di Gesualdo, don Enzo Gaudio, saranno messe a disposizione chiese e strutture. All’incontro parteciperanno anche le associazioni culturali. Dice il primo cittadino di Gesualdo:” In questi mesi sono state diverse le soddisfazioni raggiunte dalla mia comunità. A partire dal prestigioso riconoscimento che ci ha visto inseriti tra i borghi più belli d’Italia, dall’essere oggetto di attenzione da parte delle Reti Nazionali RAI 1 RAI 2 e non ultimo il gemellaggio con la Città di Venosa. Un resoconto, oltremodo positivo, che ci vede protagonisti ma predisposti ad azioni altruistiche. Che, speriamo, possano essere di impatto anche per altri paesi. La necessità, perciò, di un dialogo costante con le altre comunità servirà a far emergere per ognuno di noi le proprie peculiarità. Sono convinto che questo è il tempo in cui le partite non devono essere giocate in solitaria ma è opportuno fare squadra. Ogni paese dell’Irpinia ha delle bellezze che il vicino non ha, e che messe insieme ci danno l’immagine di un territorio meraviglioso, per cui si può serenamente lavorare verso un unico obiettivo. Io, in questo, ci credo- conclude Forgione”.