di Virgilio Iandiorio
Leggere la biografia di Alcibiade di Plutarco, autore delle Vite parallele ( una cinquantina di biografie di uomini illustri del mondo greco e romano ), ci aiuta a capire meglio anche certe situazioni attuali.
Alcibiade (nato ad Atene nel 450 e morto in Frigia nel 404 a. C.) non impiegò molto tempo a farsi un nome nella sua città. Lui nobile, bello, ricco, intelligente e insolente. Tutto lasciava presagire una lunga e fortunata carriera politica. Dopo la morte di Pericle (429 a. C.) divenne l’uomo più autorevole del Partito Democratico. Per certi aspetti fu un tipico prodotto della nuova generazione ateniese.
Può sembrare un aneddoto, come tanti della vita di Alcibiade, ma è degno di fede quello che riporta Plutarco:” Il suo primo ingresso nella vita politica, raccontano, avvenne per una elargizione di denaro volontaria. Un giorno passava in mezzo a un gruppo di Ateniesi che vociavano e chiese il motivo del baccano. Saputo che si trattava di una elargizione pubblica in favore dello Stato, si fece avanti e diede la sua parte. La gente lo applaudì e levò grida di gioia e Alcibiade si dimenticò completamente della quaglia che teneva sotto il mantello. L’animale, spaventato, volò via e ciò contribuì ad aumentare il vocio degli Ateniesi: molti, anzi, si lanciarono all’inseguimento della quaglia, ma fu Antioco, il timoniere, a catturarla e a restituirgliela.”
Quanta somiglianza con i meeting degli uomini politici dei nostri giorni che nei loro discorsi con qualche trovata estemporanea calamitano gli interessi del pubblico, che corre perciò come quello ateniese dietro le “quaglie”.
Tra le altre qualità, Alcibiade aveva anche quella della persuasione.
“Timone il misantropo un giorno incontrò Alcibiade che, con aria soddisfatta, se ne tornava, accompagnato da un codazzo di persone, dall’assemblea dove aveva ottenuto un vero trionfo. Timone non tirò diritto, né lo scansò, come faceva di solito con gli altri: al contrario, gli andò incontro, lo salutò e gli disse: «Fai bene, ragazzo, a crescere così! Accrescerai pesantemente i guai di tutti questi individui». Ci fu chi rise, chi insultò Timone e chi prestò molta attenzione alla battuta”.
Anche noi, oggi, faremmo bene a prestare attenzione alle parole di chi promette di cambiare il mondo, ma lascia che siano tutti gli altri a pagare le nefaste conseguenze delle sue elucubrazioni.