Durante le audizioni relative all’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia, in corso alla V Commissione Bilancio della Camera dei deputati, anche Svimez e Cresme, hanno confermato pienamente quanto già da tempo ha evidenziato Federcepicostruzioni.
“Già nello scorso mese di ottobre – commenta il presidente Antonio Lombardi –, avevamo evidenziato l’analisi parziale e lacunosa dei detrattori del Superbonus 110%, sottolineando anche gli effetti preoccupanti che la cancellazione della detrazione avrebbe determinato in termini occupazionali, economici, ma anche di riqualificazione energetica degli edifici: questione sulla quale il nostro Paese sarà presto obbligato ad assumere inderogabili ed urgenti impegni nei confronti dell’Unione europea (una Direttiva Ue prevede che gli edifici residenziali e le unità immobiliari dovranno raggiungere entro il 1° gennaio 2030 almeno la classe energetica E ed, entro il primo gennaio 2033, almeno la classe di prestazione energetica D) “.
Durante i lavori della Commissione si è constatato come tutte le relazioni confermino il contributo del Superbonus nella crescita del PIL, anche nel Mezzogiorno e come non siano pochi i dubbi e gli interrogativi sul perché il Governo abbia voluto porre a tutti i costi un freno alla misura.
Il Cresme ha evidenziato che ogni miliardo di euro investito nel Superbonus ha generato valore della produzione per 3,4 miliardi. Anche Svimez ha confermato la bontà dell’incentivo fiscale attestando che ha contribuito alla crescita del PIL del mezzogiorno per il 2,4 percento. Nel 2022, gran parte delle maggiori entrate fiscali per lo Stato (48 miliardi in più nel 2022 di sole imposte ordinarie, 98,6 miliardi considerando tutte le entrate), sono derivanti dal Superbunus.
I dati positivi sono tanti e documentati, mentre quelli negativi non trovano riscontri concreti e documentali.
Il centro Studi di Federcepicostruzioni nell’ottobre scorso, incrociando una serie di analisi e fonti, aveva sottolineato che il Superbonus ha prodotto 181,5 miliardi di euro di valore economico sul PIL del 2022; 922.300 posti di lavoro; risparmi sulla bolletta energetica per 500 euro/anno in media a famiglia; riduzione di CO2 immessa in atmosfera per oltre 1,4 milioni di tonnellate; 49.000 Megawatt di produzione di nuova Energia da fonti rinnovabili (per i cantieri in corso) e 155.000 Megawatt di produzione da fonti rinnovabili per nuovi impianti connessi alla rete.
“Ci auguriamo che le tante interrogazioni parlamentari presentate, contribuiscano a fare chiarezza sul reale impatto del Superbonus”, conclude il presidente di Federcepicostruzioni Lombardi. “Restiamo dell’avviso che questa misura abbia rivestito, ed ancora possa rivestire, una enorme valenza strategica non solo per l’edilizia, ma per l’intera economia del Paese. Tutte le analisi sommarie che hanno portato alla revisione della detrazione, si fondano su valutazioni frammentarie, superficiali e lacunose che si fermano allo sconto fiscale e ai presunti mancati introiti per lo Stato. Un’analisi seria ed articolata, deve ponderare e valutare tutti gli effetti positivi generati anche sull’ambiente, la riqualificazione delle città e la sicurezza complessiva degli edifici in termini di staticità e antisismicità”.