Non è tutto oro quel che luccica. Non sempre l’acqua pulita è sinonimo di salubre. Più della metà dei campioni prelevati lungo la costa campana da Goletta Verde sono risultati oltre i limiti di legge. Su un totale di 31 punti monitorati in tutta la regione, ben 16 – pari al 52% – sono risultati inquinati, mentre solo 15 rientrano nei limiti consentiti dalla legge. “I dati di quest’anno sono in linea con quelli del 2024 e purtroppo confermano le stesse criticità legate alla carenza di impianti di depurazione adeguati e alla rete fognaria. È ancora troppo alto il numero di reflui che finiscono in mare senza essere intercettati, nonostante esistano fondi destinati a migliorare la situazione e tutelare il nostro patrimonio marino”, ha dichiarato Francesca Ferro.
La campagna di Goletta Verde, giunta alla sua 39esima edizione, percorre ogni estate le coste italiane per monitorare lo stato di salute del mare e sensibilizzare l’opinione pubblica. L’obiettivo della storica campagna estiva di Legambiente non è attribuire giudizi sulla balneabilità (che spetta agli enti preposti) ma “scattare una fotografia delle criticità ambientali e sollecitare interventi urgenti”, come ha ricordato la portavoce di Goletta Verde, Martina Palmisano. In particolare, l’associazione chiede un impegno maggiore sul fronte delle infrastrutture e una lotta concreta agli scarichi abusivi. È questo il dato che emerge dal monitoraggio effettuato da Legambiente tra il 9 e il 21 luglio 2025, i cui risultati sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Salerno presso il Club Velico del porto turistico. All’incontro hanno partecipato Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania, Anna Savarese di Legambiente Campania e il direttore di ARPAC, Stefano Sorvino.
Nel complesso, il 16% dei punti prelevati è risultato “inquinato” e il 36% “fortemente inquinato”, secondo le classificazioni di Legambiente. Il monitoraggio ha riguardato sia prelievi in mare aperto (58%) che in punti critici come foci di fiumi e canali (42%). I campioni sono stati prelevati da tecnici e volontari di Legambiente, formati e coordinati dall’ufficio scientifico dell’associazione. I prelievi sono stati effettuati con barattoli sterili e analizzati entro 24 ore, con particolare attenzione a due parametri microbiologici: Escherichia coli e enterococchi intestinali. Il numero di campionamenti è stato proporzionale ai chilometri di costa per ogni regione. Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali > 200 UFC/100 ml e/o Escherichia coli > 500 UFC/100ml.
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali > 400 UFC/100 ml e/o Escherichia coli > 1000 UFC/100ml.
Nella provincia di Caserta sono stati analizzati 5 punti, di cui due risultati inquinati: il punto a mare presso la foce del fiume Savone e quello alla foce del Regi Lagni a Castelvolturno. Gli altri tre punti (Baia Domizia, Mondragone e Lago Patria) sono risultati entro i limiti di legge. Nella provincia di Napoli, su 14 punti monitorati, 5 sono oltre i limiti: 4 fortemente inquinati e 1 inquinato. I punti peggiori si trovano alla foce del canale di Licola (Pozzuoli), sulla spiaggia di San Giovanni a Teduccio (Napoli), in via Ponte della Gatta (Torre del Greco), alla foce del fiume Sarno. Risultato “inquinato” il punto alla foce del Lagno Vesuviano a Ercolano. Tra i punti conformi figurano invece la Mappatella Beach di Napoli, Marina Grande a Sorrento, il lungomare Marconi a Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e Seiano a Vico Equense. Anche i quattro punti monitorati sull’isola di Ischia (Ischia, Casamicciola, Forio e Rio Corbore) sono risultati entro i limiti.
In provincia di Salerno, il quadro è ancora più critico: su 12 punti, 9 sono oltre i limiti di legge (7 fortemente inquinati, 2 inquinati). I punti peggiori si trovano alle foci di: Regina Minor (Minori), Fiume Irno (Salerno), Torrente Asa (Pontecagnano Faiano), Tusciano (tra Pontecagnano e Battipaglia), Canale di scarico (Marina di Eboli), Fiume Solofrone (tra Capaccio e Agropoli), Rio Arena (tra Castellabate e Montecorice). Inquinati anche i punti alla foce del fiume Picentino e in via Poseidonia 441 a Laura-Capaccio. Solo tre i punti conformi: Capo di Fiume (Torre Licinella–Paestum), Testene (Agropoli) e Caprioli/Palinuro (Centola).
Secondo i dati forniti da Legambiente, il 92,5% del carico inquinante in Campania viene convogliato nella rete fognaria. Tuttavia, resta un 7,5% che non lo è: il 2,5% non è affatto collegato, mentre il 5% è trattato con sistemi individuali non sempre adeguati. In termini numerici, si tratta di un carico di circa 500.000 abitanti equivalenti che non viene trattato in modo sicuro. Inoltre, ben 116 agglomerati urbani in Campania (su 855 a livello nazionale), pari a oltre 4,5 milioni di abitanti equivalenti, risultano ancora in procedura d’infrazione rispetto alla Direttiva europea sulle Acque Reflue. Si tratta del 68% del carico complessivo della regione, una delle percentuali più alte d’Italia.
Goletta Verde ha anche valutato la presenza di cartellonistica informativa nei punti campionati. In ben 24 casi su 31 (il 77%), non è stata rilevata alcuna segnalazione sulla balneabilità o sul divieto di balneazione. Solo in 7 punti erano presenti cartelli di interdizione. Questo è particolarmente preoccupante nelle zone vicino alle foci dei fiumi, che – pur non essendo balneabili per legge – sono spesso frequentate da bagnanti inconsapevoli. In soli 2 punti era disponibile una cartellonistica informativa sulla qualità delle acque: nel restante 94% del monitoraggio, queste informazioni risultavano assenti.
Partita il 23 giugno da Trieste, la storica campagna di Legambiente concluderà il suo viaggio a inizio agosto in Liguria. Anche quest’anno, l’iniziativa punta l’attenzione su temi fondamentali come la crisi climatica, l’inquinamento, la tutela della biodiversità e le energie rinnovabili. In particolare, l’eolico off-shore sarà uno dei focus principali delle tappe, per sottolineare l’importanza della transizione energetica.
Partner principali della campagna sono ANEV, CONOU, Novamont, Renexia, mentre Biorepack è partner tecnico. Il CONOU – Consorzio Nazionale per la gestione degli Oli Usati – sostiene da anni Goletta Verde come esempio virtuoso di economia circolare: oltre il 98% dell’olio raccolto viene infatti rigenerato, contribuendo alla riduzione delle emissioni e alla tutela ambientale. a.b.