di Rosa Bianco
Viviamo in un’epoca inquieta, segnata da una transizione permanente. Le categorie del passato – Stato, sovranità, rappresentanza, persino democrazia – scricchiolano sotto il peso di forze globali, che ridisegnano i confini della politica. È in questo scenario liquido e asimmetrico che si inserisce la quarta Lectio Magistralis della Scuola di Educazione Politica, in programma sabato 26 aprile 2025, a San Pietro a Cesarano, nel cuore dell’Irpinia pensante.
“Governo della complessità e sorte del costituzionalismo” non è soltanto un tema accademico: è una domanda radicale sul nostro tempo. Che fine fa l’architettura costituzionale quando il potere si decentra, si smaterializza, si rende opaco? Quale destino per le garanzie democratiche quando l’eccezione diventa la norma, e la tecnica governa più della deliberazione pubblica?
A queste domande cercheranno risposta due voci autorevoli del pensiero politico italiano. Il prof. Franco Vittoria, docente di Storia delle Istituzioni Politiche presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, direttore dell’Osservatorio “Europa, populismi e partiti in Europa” e direttore scientifico della Scuola, aprirà i lavori con quella tensione tra sapere e passione civile che da sempre anima la sua riflessione. A seguire, la Lectio del prof. Sandro Staiano, ordinario di Diritto Costituzionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dello stesso Ateneo e già Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, la cui opera rappresenta uno degli ultimi presìdi teorici, contro la banalizzazione del diritto e la deriva decisionista.
Ma ciò che rende davvero significativo questo appuntamento è il contesto che lo ospita: la Scuola di Educazione Politica non è un luogo di trasmissione verticale del sapere, bensì uno spazio critico, aperto, orizzontale, dove la formazione si intreccia con il dubbio, e l’educazione civica si fa esercizio del pensiero complesso. In un mondo che preferisce l’algoritmo all’argomentazione, qui si torna a pensare. Politicamente.
Il nostro tempo è segnato da un paradosso crudele: più aumenta la complessità, più la politica si semplifica. Mentre le sfide – ambientali, tecnologiche, migratorie, etiche – esigerebbero strumenti analitici raffinati, assistiamo al trionfo del populismo, della reazione emotiva, della scorciatoia decisionista. In questo contesto, il costituzionalismo può ancora offrire una grammatica della convivenza, ma solo se lo si intende non come feticcio normativo, bensì come pratica viva di limite, responsabilità e partecipazione.
La lezione di sabato non sarà un evento isolato. Sarà un atto filosofico e politico, nel senso più profondo del termine: pensare il potere per renderlo umano, pensare la legge per farne cura della comunità. In un mondo dove tutto scorre, costruire “luoghi di pensiero” è il gesto più radicale che ci resta.
“Il compito della filosofia è di insegnare all’uomo a governarsi da sé. Il compito della politica è non impedirglielo.”
— Norberto Bobbio