Grottaminarda – Nel corso degli anni ha avuto uno sviluppo abbastanza disordinato. E, subito dopo il sisma del 23 novembre di quarantaquattro anni fa, forse si poteva rimediare. Soprattutto conservando i luoghi che, nella cittadina ufitana, erano più cari. Una condizione uguale a tutti i centri, grandi e piccoli, della provincia. I luoghi del cuore, insomma, del ricordo, del come eravamo. Nel caso di Grottaminarda, il centro storico, la Fratta, il primo nucleo abitativo dei grottesi, migliaia di anni fa, ed il Macchio. Ma non è solo questo. Con quello che si aspetta in valle Ufita, cioè Alta capacità, polo logistico, e Lioni Grottaminarda, bisogna prepararsi per tempo. Tutti Comuni ovviamente, non solo Grottaminarda. Intanto comincia quello di cui è sindaco Marcantonio Spera. Di qui il confronto”La città che vorrei. Un’idea per il nuovo piano urbanistico” nella sala consiliare “Sandro Pertini”, con cittadini, associazioni e ordini professionali. Per una “condivisione” di tutti.
“Perché chi conosce il territorio meglio di chi lo vive-dice il primo cittadino-“?.”Il Puc ridisegnera’ il futuro delle nostre comunità. Ancora più importante sarà concretizzare, strategicamente, quello che vogliamo fare”. Il responsabile Urbanistica del Comune, Rocco Uva, assicura che non si vuole fare”un libro dei sogni”. E per questo interviene la legge regionale n.5 del 2024 sulla rigenerazione urbana. “Che mette al centro-continua-uno sconvolgimento del territorio, attraverso una migliore qualità urbana e con le infrastrutture”.”Dobbiamo seguire utopia e concretezza-aggiunge Pio Castiello, responsabile della redazione del piano urbanistico del Comune di Grottaminarda- e stare attenti al rapporto tra natura e città. Importante anche la partecipazione attiva dei cittadini e il dialogo con i paesi vicini. Abbiamo preso una strada che ci farà crescere, per rendere la città più competitiva. La politica deve far sapere ai propri cittadini quello che sta facendo. Anche, ad esempio, con gli incontri di quartiere. Insomma bisogna organizzarsi a cambiare le citta’”. Il vicesindaco grottese, Michelangelo Bruno, si è soffermato sulla difficoltà che’ si incontrano quando bisogna compiere scelte difficili. Il Puc è comunque uno strumento importante di programmazione”. E riguardo al futuro che tea qualche anno arriverà, aggiunge che”bisogna stare attenti ai flussi di denaro perché possono causare scelte sbagliate. Stiamo lavorando, intanto, per rendere Grottaminarda più vivibile”.
Sono seguiti alcuni interventi di cittadini. Che hanno dato il loro contributo perché, la cittadina ufitana potesse risultare davvero migliore. Questo primo incontro serve a far capire che la comunità è di tutti. In special modo di chi la abita. Nicola Cataruozzolo, segretario della sezione dem di Grottaminarda, ha puntualizzato due cose:”Ai punti importanti del Masterplan ne sono stati aggiunti altri due: risanamento del fiume Ufita, tutela e corretta gestione delle risorse idriche e il recupero del percorso della transumanza sulla Appia Antica”, che non comprende la cittadina ufitana come, invece, dovrebbe essere. Il consigliere comunale di opposizione Vincenzo Barrasso, anche in veste di consigliere provinciale, sottolinea un altro aspetto del recupero della storia e della cultura di questo popolo:” Abbiamo bisogno di regole certe e chiare per raggiungere obiettivi fondamentali. A Grottaminarda c’è un quadro urbanistico confuso. Allora facciamo una riflessione tutti insieme. La Fratta, ad esempio, non deve essere una cosa ferma su un pezzo di carta. O Parco Sciarappa. O ancora il Macchio, quello che definiamo il polmone verde che gira intorno alla nostra cittadina”.